coraggiosamente lontano

ho maturato abbastanza esperienza per non invidiare il lavoro di nessuno.
si vabbè gli architetti disegnano e sono sempre nei cantieri, gli sportivi giocano, i dirigenti hanno l'auto aziendale, i dipendenti devono obbedire senza tante responsabilità, e così via ..... però ogni lavoro ha le sue luci e le sue ombre.
categorie a parte sono i fortunati che fanno quello che hanno sempre sognato, fin da piccoli, quelli sono dei privilegiati.
io faccio l'assicuratore .... che se un bambino da piccolo dice di volerlo fare, lo portano da uno psichiatra credendo che sia autistico e se prorpio devo dirla tutta io sognavo di guidare lo spazzaneve..... guidare, fare rumore e soprattutto vedere il frutto del mio lavoro subito sotto gli occhi.... una strada sgombra. che libidine.

ieri però sono andato alla riunione dei docenti della futura prima elementare di Samuele.
ci hanno raccontato cosa fanno, che programmi hanno deciso di seguire, come hanno impostato l'iter scolastico dei cinque anni, come accolgono i bambini, come li trattano, come questi rispondono agli stimoli, alle iniziative, all'insegnamento e ho provato invidia.
lo so che i prof guadagnano poco e sono sempre nei casini - proprio loro che hanno in mano il futuro degli uomini che saremo, che follia - però ho invidiato quella meravigliosa sensazione che devono provare e che mi hanno fatto capire di provare nel vedere i cuccioli di uomo che fanno i primi passi nella loro storia di uomini. deve essere una sensazione impagabile vedere un bimbo che si incuriosisce, si appassiona, prende la sua traiettoria formativa.

ma io è li che vorrei essere, è li che vorrei spendere le mie ore diurne, è quello che mi sentirei di desiderare per realizzarmi, per sentire di aver vissuto tutto quello che mi emoziona.
e fanculo al pragmatismo. .... fa bene ogni tanto innamorarsi di un utopia. ho pensato che se vincessi alla lotteria (alla quale non gioco mai) invece di fare tutte quelle mille cazzate che si pensano, vorrei spendere tanto tempo, più tempo a guardare i miei figli crescere.

ma il mio posto non è quello, il mio ruolo non è di spiare, guardare, controllare, ma è quello di stare coraggiosamente lontano da loro mentre assorbono mille e mille nozioni, aspettarli a casa per "lavorare" tutto il materiale che avranno recepito ed aiutarli a sgrossarlo, a dargli un significato, cercando di aiutarli a formarsi e non cercando di formarli.

quello è il mio ruolo ed è, anche quello, un'esperienza meravigliosa.

ho guardato la maestra Carla e la maestra Donata e ho pensato "voi sarete le mie alleate a distanza".

buon lavoro

Deg

Ok Deg, se è questo che il destino vuole, cercherò di dimenticare il male che mi hai fatto e tornerò ad essere tuo amico. O almeno ci proverò.
Passi che dopo la tua separazione ti sei risposato con la sosia di mia moglie, che quando me l’hanno fatta vedere in foto mi è venuto un colpo, passi ancora che il tuo primo figlio (Alberto) è nato proprio il giorno del compleanno del mio grande (Samuele) e che quindi per sempre ad ogni compleanno i nostri comuni amici non sapranno a che festa andare, ma ieri – accidenti - è nata la tua piccola (Arianna) e ieri era il compleanno del mio piccolo (Alessandro)!.
Che dire. Questo è il destino che chiama, che si ribella al fatto che la nostra amicizia si sia interrotta …. Perché non è finita, caro Deg, l’ho solo interrotta, perché non potevo più sentire così male.

Cercherò di non ripensare che dopo 30 anni di amicizia, non so quale percorso mentale, ti ha portato a credere – e forse purtroppo lo pensi ancora – che il tuo primo matrimonio sia finito non perché tua moglie ti ha tradito e lasciato per un altro perché non gli piaceva vivere con te, ma perché io, un famoso giorno di 20 anni fa, ti ho dato un consiglio sbagliato. Apposta! ... per farti fallire e sentirmi migliore, e cioè mi accusi di averti consigliato di continuare a stare con la tua, di allora, fidanzata (poi divenuta tua moglie) anziché lasciarla e fidanzarti con una ragazza della tua Università, della quale ti sentivi innamorato.
Cosa ti è successo nella testa per architettare una cazzata del genere io non lo saprò mai, perché hai fatto pagare me anziché farti un esame di coscienza non lo capirò mai. Si va be, lo so che dare la colpa agli altri è molto più facile e in un certo senso rassicurante, ma io ero, e sono, quello che per 30 anni hai sentito e visto tutti i giorni, quello del subbuteo, delle partite del Genoa, dei giri in bici a scoprire le stradine, delle vacanze, dello sci, della scuola, delle prime fidanzate, delle feste, degli amici (i fratelli), della macchina comprata insieme e pitturata con le fiamme, delle discussioni sul matrimonio; sono anche quello che quando quella stronza della tua ex moglie ti ha praticamente proibito di vedere noi “fratelli” per tutto il tuo matrimonio, non ha mai smesso di telefonarti, di invitarti, di cercare di convincerti a non lasciare il gruppo, e sono quello che quando ti sei separato ha passato la sua vacanza in austria attaccato al cellulare con te mezz’ora al giorno per sentirti piangere, quello che una sera ha preso 500.000 lire di multa per correre da te in crisi per la separazione. Sono quello che ti ha fatto conoscere cosa volesse dire affetto familiare, facendoti diventare un membro della mia famiglia, dove raccoglievi più coccole di quante ne raccogliessi nella tua, ed io lo sapevo e ne ero contento e tu lo sapevi e venivi sempre in casa, e tutti ti chiamavano affettuosamente Deg, mentre tua madre ti chiamava Daniele e tuo padre ti parlava solo per criticarti, dove mia sorella ti baciava quando arrivavi mentre a casa tua non hai mai avuto una carezza.

Beh, proprio io, che un anno fa ti ho sentito dire “non ti preoccupare ti perdono” a conferma del fatto che quel coglione del tuo analista ti ha lasciato elaborare un sentimento distruttivo nei miei confronti anziché aiutarti a elaborare un doloroso ma necessario percorso di autocritica, beh proprio io che per non farmi più ferire da te ti ho stoppato dicendoti di non cercarmi più perché da me non meritavi più niente, proprio io, ….. il coglione che non smette mai di credere nelle persone, il coglione che non riesce a capire che ci sono persone che sono così fragili e deboli che possono fare del male a stargli vicino, proverò a riaccoglierti nel giardino dei miei sentimenti.

Cominceremo raccontandoci dei nostri 4 figli, che ci hanno fatto lo scherzo di nascere nello stesso giorno, poi semmai ti confesserò che non ho mai avuto il coraggio di buttare via il biglietto di un regalo che mi avevi fatto per far pace (squadra di subbuteo Genoa logicamente, testo “A fede l’altra parte della mia squadra del cuore”) ma che non avevo accettato come scusa, perché non avevi gli occhi da amico.
E poi vedremo.
A presto amico mio.

Gesù era Pinocchio

Papà mi racconti la storia di Gesù?

Oh belin – penso – …….. allora che cosa vuoi sapere?

Di quando è nato.

Per un attimo mi rincuoro al pensiero che, essendo nato dallo spirito santo, mi scampo il discorsino del semino, del pancione, che poi se andiamo a vedere è ancora più complesso quello …. Vabbè.

…… allora Gesù bambino nacque in una capanna ….. o era una stalla, ah no una caverna …

papà, che dici, è nato in un presepe ….

Ah già … rispondo millantando competenza, e già il mio pensiero va ai genitori, …. Allora …. La mamma era Maria …. Il papà Giuseppe … che faceva il falegname …..

come Pinocchio?

ah no aspetta ...... è vero .....quello era Pinocchio …. – andiamo avanti – comunque erano poveri e …… siccome erano tanto poveri e non avevano da scaldarsi c'erano un bue ed un asinello che alitavano e siccome non avevano da mangiare tutti gli portavano dei regali …. - Belin sono già ai remagi che manco so se si scrive Re Magi o Remagi? - i più bei regali glieli fecero tre signori su un cammello che si chiamavano Remagi.

erano dei re?
,
.......ssssi ..... più o meno ... .....e gli portarono oro, incenso e mirra.

Cosa?

Samu! l’oro lo sai cos’è, …… l’incenso è una roba che profuma l’aria, e la mirra invece …. è una cosa strana che non so spiegarti.

Forse si mangia perché l’oro non si mangia e l’incenso neppure.

Già ……

Finito?

Aiuuuuuttttooooooooooo.
Ci vorrebbe qualcunoi ferrato in queste cose di chiesa, uno che i suoi bambini hanno già fatto catechismo.

Eh si perché non contiamoci delle balle, o ti ci educano o col cavolo che poi lo scegli.
Mia madre faceva la progressista sessantottina contro tutti i formalismi, (che a vederla adesso ci sarebbe da farsi 4 ghignate vabbè) e quindi niente catechismo, niente religione a scuola, niente comunione e niente cresima. Che oltretutto a stare fuori dalla classe durante religione o a non andare a catechismo dopo il calcio con i miei amici mi imbarazzava perché non sapevo spiegare il perché.

Mia madre dice che sceglierò a 18 anni cosa vorrò fare – dicevo a tutti – e tutti dicevano …. Boh!.

Poi arrivato a 18 anni pensavo solo alla gnocca e quindi addio chiesa. Mi ci vedi a dire a qualche fidanzatina in piena tempesta ormonale: scusa ma devo andare in chiesa. Ma dai su.
Tuttalpiù poteva succedere di andare in chiesa per tacchinarsi una, spinti dall’ormone, ma poi basta.

Così ora non so la storia di Gesù. So meglio Gli incredibili, Pinocchio, Cenerentola, Cappuccetto Rosso. Che vergogna.

Però i miei figli voglio che crescano sapendo, affrontando il problema, magari anche frequentando, ma mentre lo scrivo sento già che farò la stessa fine di mia madre a dare una spiegazione al fatto che non li porto a messa.
Non so perché ma mi sembra mi manchi qualcosa.

bio-misteri

c'è una corrente del pensiero bioetico che sostiene che non possiamo più permetterci comportamenti che non tengano in considerazione il fatto che ogni nostro atto ha, ed avrà, delle ripercussioni sulla vita degli altri abitanti del pianeta.
è verissimo.
metti per esempio che ad un equadoriano di 75 anni siano sempre piaciute in modo esagerato le patatine fritte. la sera a cena patatine fritte, a pranzo con gli amici, patatine fritte, cosa vuoi amore per il tuo compleanno?, patatine fritte.
così per una vita. metti anche che verso i 50 anni le sue analisi siano andate un po' a ramengo e che lui, ignaro del credo bioetico, non abbia dato ascolto al cognato medico o all'amico col colesterolo alto, alla cugina dietologa, ed abbia continuato imperterrito ad imbottirsi di patatine fritte.
vuoi che una condotta così non danneggi a lungo andare qualche altro tuo concittadino planetario?. potrebbe succedere, che so, che ad una giovane mamma dall'altra parte del pianeta il tuo eccesso di trigliceridi crei, per bio-trasmissione, un piccolo malanno ..... un malditesta, un erpes, una piccola afta in bocca.
e già perchè il nostro amico equadoriano, letto il responso delle analisi disastrose, finalmente rifatte a 75 anni, corre a telefonare alla figlia che lavora all'estero, in Italia, a Genova, dicendole "guarda che sto male, potrei morire" ed in quel momento, il mistero si compie: quella telefonata veicola un piccolissimo virus che si appiccica sulla gengiva inferiore di una giovane donna italiana, madre di famiglia.
la povera figlia dell'equadoriano, logicamente, si intristisce, parla del suo dramma alla famiglia presso la quale lavora (e della quale costituisce l'asse portante dell'organizzazione familiare) e trova, giustamente, disponibilità a poter usufruire di 15 giorni di ferie più l'anticipo della liquidazione dei 4 anni lavorati. il virus comincia a lavorare creando una piccola ulcerazione nella bocca della giovane mamma italiana.
capita inoltre che il biglietto aereo disponibile preveda il ritorno non 15 giorni dopo ma 45 giorni dopo, e la sventurata, dimenticando di essere la colonna portante di una famiglia di 4 anime, lo acquista senza nemmeno preavvisare. ed ecco che il virus esplode: afta galattica fra labbro inferiore e gengiva della giovane mamma italiana.

ecco spiegato come una non corretta alimentazione può avere ripercussioni su altre persone anche dall'altra parte del pianeta.

scusate mia moglie mi sta interrompendo:

Ammmoooorrreeee smettila di scrivere cazzate sul blog e vienimi a dare il blu di Metilene sull'afta.

ecco ora s'è capito....

vivo di musica

samuele bersani
ivano fossati
nicolò fabi
max gazzè
avion travel
vinicio capossela
radiodervish
mario venuti

elio e le storie tese

robert schumann

joe jackson

la cura del viso

tutte le sere, mentre lavo i denti, li vedo lì che mi guardano, mezzi pieni, con l'aria di chi si sente poco valorizzato.
sono tre tubetti, tutti simili, tutti della stessa marca, appoggiati in fila nel porta "cose" con amorevole cura da mia moglie vicino al mio lavandino.
so, perchè ho cercato di applicarmi, che uno è un tonique visage, uno un moisturizing, e l'altra una cream antiage (salcaz....).
so, perchè ascoltavo bene la spiegazione di mia moglie - che me li ha regalati - che vanno usati in sequenza.
uno pulisce, uno toglie le impurita, l'altro arricchisce la pelle durante la notte.
i problemi del mio rapporto con il trittico maledetto della cura del viso sono due. primo: la sera prima di andare a dormire non mi va di impastarmi la faccia con tutta sta roba che poi mi si bagnano anche i capelli e magari gocciolo sul collo del pigiama o, peggio, sui polsini.
secondo: non mi ricordo mai la sequenza giusta: come sarà? prima quello trasparente, poi quello cremoso e infine quello denso? vabbè proviamo .... oh belin non ho sciacquato fra il cremoso e quello denso e ora ho la faccia piena di ricotta.
no è sicuramente prima quello denso, e sciaquo, poi quello trasparente che toglie tutto, e poi quello cremoso. belin ... non si assorbe mai, se vado a letto così mi incollo al cuscino.
vedrai che allora è così ... prima quello trasparente, col cotone, poi il cremoso e sciaquo, poi infine quello denso e sciaquo. ma a che cazzo serve?

amooooooooooreeeeeeeee ?! com'era più la sequenza?

prima il sapone
quale sarà?
poi il tonico per le impurita dell'acqua
ma che cazzo dice
poi alla fine quello cremoso
sembro liza minelli dopo il lifting tutto lucido.

amore non posso mettere solo il cremoso?
e bravo così impasti tutto lo sporco
ed eliminare il tonique?
no che abbiamo l'acqua dura e ti rimangono le impurità
ed evitare il cremoso allora?
si così fra 5 anni hai la pelle di un vecchio

stasera intanto li numero col pennarello ... poi vedremo.

mi ami ancora?

non posso dire di averla odiata, quello mai. nemmeno di averla detestata, come potrei se la amo. direi solo che mi sono incazzato come una jena.

arriva Pippo, il mio migliore amico da Siena, non lo vedo da tanto. dopo averlo accompagnato a torino a ritirare mobili e a ritirare il diploma di laurea me lo riporto a genova per uscire a cena.
figli dai nonni, moglie a un corso di aggiornamento serale. perfetto.
coinvolgo anche Alessandro, altro caro amico e collega di mia moglie.
serata ideale, non troppa gente nel locale prescelto, però movimento.
aperitivo più cena.
argomenti toccati, gnocca, gnocca, gnocca, gnocca, barche, vacanze, gnocca del passato (romanzata), gnocca del presente (idealizzata), vacanze, gnocca presente nel locale (giovanissime e sfacciate), niente calcio (evviva), lavoro, ancora un po' di gnocca.

quando finisco il Corso passo a salutarvi dove sarete?
(oh belin..) al tal locale.
ma sempre lì?! allora non so se vengo.
commenti di noi tre. verrà verrà, figurati se non viene.... a dare una controllatina.

la conosciamo tutti bene, mia moglie, è un tesoro ma presidia il territorio con cognizione di causa. non a caso la chiamano Cannavaro (il miglior difensore del mondiale)

e infatti arriva, sorridente, simpatica, frizzante, come sempre, ...............
e gli argomenti cambiano, siamo mica scemi ..... non fosse altro per galanteria ..... però dopo mezz'oretta ..... (beh ora vai ...... lasciaci finire la serata ...... c'era quel racconto di quando Alessandro (uomo libero) si è fatto la sua paziente in studio, che era rimasto a metà, oppure il fanta racconto della fanta gnocca delle estati in sardegna, moltiplicata e romanzata nella nostra fanta memoria, che andava ancora sviscerato).

niente.
incollata lì come una suocera a parlare del più e del meno.
il mio volto diventa scuro ma non serve a niente. non la capisce.
anzi mi arriva anche un rimbrotto.
mavaf....

e così tutti a casa, col muso, io in macchina con Pippo a sfogare l'incazzatura e lui a dirmi .... guarda che lo fa perchè ti ama e ha piacere a stare con te ....
e io .... mavaf..... ci sono mille altre occasioni per stare con me ....
lo so lo so che è perchè mi mama lo so che è così, ma sono incazzato e mi sfogo .... forse urlo anche un po' e sparo anche due madonne, così arrivo a casa bello scarico, (gli amici servono anche a questo), riesco ad andare a dormire senza affrontare il discorso e litigare .... che non litighiamo mai e ci mancherebbe di farlo per una cazzata del genere.

sms stamattina
lei: mi ami ancora?
io: tendenzialmente....
lei: volevi dire pazzamente?
io: vedremo.

la amo ancora ma glielo dico fra un po'.

il mio mondo

dov'è il pulsante "salva con nome" del mio cervello? dov'è che si fanno le copie dei ricordi per essere sicuri di non perdere i dati?

prometto a me stesso che ricorderò per sempre l'inutile, grigio, insignificante pomeriggio di ieri, domenica 26/11.

sveglia tardi con bimbi un po' noiosi, nessun programma se non per il pranzo da mio cognato. voglia poca.
dopo pranzo tentativo di pennica sul lettino della nipote stroncato da mia moglie all'urlo "si va ai giardini" con bimbi in estasi.
vabbè, si va.
da lì in poi una susseguirsi di immagini che mi si sono stampati nella memoria come le immagini di un vecchio filmino superotto di mio padre.
il mare quasi bianco per colpa del cielo nuvoloso, mio figlio samuele vestito di rosso che pedala felice sfrecciando sulla sua bici con sellino da alzare e freni da regolare, il suo sorriso, il suo grugnito per imitare il rumore della moto, mio cognato che sorride al mio piccolo alessandro che lo intenerisce chiamandolo TIO e allungando le mani per farsi prendere in braccio, mia nipote che si nasconde tra le gambe di mia cognata per non provare ad andare in bici senza rotelle.
gli sguardi dei miei cognati che si incontrano poco, che sembrano non cercarsi più, e tutti noi a sperare che si ritrovino, che si riaccendano e che la loro bimba li riveda per mano.
mia moglie bellissima, un po' stanca, un po' annoiata, vestita bene, con cura, come piace a me, anche se è una domenica senza sprint. io rilassato, felice, un po' estraniato dai rumori e dalle parole dei due amici incontrati, ma presente con gli occhi e col cuore, a guardare tutto come un filmino muto, guardato a 60 anni nello sforzo di ricordare i miei figli piccoli e vivaci, nella meraviglia e lo stupore della loro crescita.
la magia di vivere un momento indimenticabile nella domenica più insignificante dell'anno. questo birillo vestito di rosso col ciuffetto biondo che sfreccia nel grigio e gli occhi azzurri del piccolo, accesi come i colori di una giostra incuriositi da tutto.

il mio mondo.

ma che mammo e mammo (mariti scimmietta 2)

mia madre era femminista e macrobiotica. ed io sono sopravvissuto. incredibile!

intendo dire che la sera non picchio mia moglie ed ho anche un rapporto sereno con la coca cola e la nutella.

chi come me ha vissuto nel disordinato raggio d'azione di una femminista degli anni 70 - pure macrobiotica che è un'aggravante - sa che si poteva e si può essere femministe in due modi.
invocare il diritto all'uguaglianza o invocare il diritto alla differenza.

quelle dell'uguaglianza sono quelle della prima ora "vogliamo gli stessi diritti degli uomini" .... peccato che poi si siano accorte che per essere rispettate gli toccava diventare delle UOME cioè dei mostri.
le altre, un po' più evolute, erano e sono quelle che si sono battute per la valorizzazione della differenza. cioè il diritto, la gioia, il valore di essere in maniera differente e affiancare quindi, alla voce dell'uomo la "voce di donna", in politica, sul lavoro, nella società.

è questo il punto, è qui che noi "mariti scimmietta " dobbiamo fare attenzione, è da questo pensiero illuminato che dobbiamo imparare

fare il papà deve significare, dovrebbe significare, significa, fare il papà non limitarsi stancamente a reggere la coda alla mamma o fare come la mamma.

la genitorialità è un'opera a due voci e noi papà dobbiamo fare la nostra parte.
il che significa coltivare il nostro modo di essere genitori al maschile, con voce di uomo, con sensibilità di uomo, con sguardo di uomo, con stile da uomo.

certo è che fino a quando non faremo nemmeno la nostra parte nei doveri della vita in comune (gestione casa, accudimento figli, spese, cacche, nanne, notti etc) non potremo sottrarci al luogo comune del mammo e cioè del marito scimmietta che ogni tanto, dopo i gol, fa un po' le veci della mamma.

mariti "scimmietta"

Il tuo la fa la spesa? Guarda il mio è già tanto se mette i calzini nella roba sporca. Il mio invece mi da una mano a sparecchiare e a fare la lavapiatti ….. ah e porta giù la spazzatura. Ma con i bimbi è meraviglioso, tutte le sere quando torna li fa giocare alla playstation per un’ora. Quando erano piccoli però niente. Aveva paura di romperli. …. Il mio invece li cambiava almeno una volta al giorno ma di notte nemmeno si svegliava quando urlavano. Se poi provava a dar loro la pappa, la trovavo sparsa per tutta la casa.
Ma cosa siamo scimmiette da circo? Valutati sulle nostre capacità a compiere peripezie domestiche?
Beh è l’ora di finirla con queste donne attanagliate dalla Sindrome del Parallelo Basso (tradotto: drammatizzazione del ruolo di madre) che hanno sentito in qualche discorso dal parrucchiere o letto su Mondo-mamma che è oggi possibile chiedere timidamente ad un uomo di dare il proprio piccolo apporto collaborativo al menage familiare (perché di quello spesso si tratta … un menaggio) e visti i primi deludenti risultati denigrano il loro compagno classificandolo tra i negati, belle contente di togliergli per sempre ogni ruolo casalingo riaffermando così la propria assoluta leadership di femmina di casa.

Ed è l’ora di finirla con questi padri scimmietta che hanno visto qualche film americano dove il figo di turno stirava le camicie ed hanno pure capito leggendo Donna Moderna che se non dai la netta impressione alla femmina di avere spiccate capacità domestiche la donna moderna, che si nasconde subdolamente tra le pieghe della personalità di tua moglie, potrebbe pensare di cacciarti di casa ….. che loro da sole ci sanno stare … e forse starebbero anche meglio.
Allora tutti a cacciare la spazzatura con lo scazzo, a sparecchiare male, ad alzarsi di notte smadonnando, a cambiare pannolini facendo “bleah”, a spargere pappa e cacca per tutta la casa come dei coglioni per poi essere ripagati alla cena successiva con uno squillante: “noooooooooo, ma davverooooooo, ho saputo che sai lavare il bucato colorato” starnazzato dalla più odiosa amica di tua moglie. E tutte le altre a farle il coro attonite “Amore hai sentito come è bravo ….. lui?! Non come te che non fai niente”.
E allora tutte a parlare tra loro dei difetti dei loro mariti e i mariti che si chiudono tra loro a parlare di calcio o di figa - ambedue gli argomenti trattati in via puramente teorica, soprattutto la figa, quella che non si è dimenticata il latte, e che è figa e basta, ad uso e consumo della loro rabbia contro le moglie rompicoglioni – emarginando rigorosamente me che sono una scimmietta brava che gli fa fare così brutta figura a loro scimmiette negate, e che ho l’aggravante di non avere neppure la moglie rompicoglioni.

farlo con dignità

Mettendo la supposta a Samuele (5 anni) fra un urlo e l'altro.

Samu questa è una cosa che ti succederà spesso nella vita, ed è bene che tu impari ad affrontarla con un po' più di dignità.

Cosa? Non ho capito?

Lo so. Lo so. Lo capirai da grande.

roba da uomini

mio figlio piccolo (2 anni)sul fasciatoio ha la mania di toccarsi il pisello. appena apro il pannolino, non gli sembra vero di poter perlustrare un po'.
credo sia normale, ma quando dentro al pannolino c'è l'impossibile la perlustrazione può diventare .... tragica.
allora parte l'urlo. VIA LE MANI DA LI!.
ci vuole l'urlo, così le mani nemmeno le avvicina. una volta gliel'ho detto in maniera poco convinta e lui ha fatto in tempo a immergere la mano nell'impossibile per poi, tardivamente, ritrarla nascondendola - bella sporca di cacca - dietro la testa.
risultato: bagnetto completo.
quindi lo schema è: apertura pannolino con urlo minaccioso. lavaggio rapido, asciugatura, imborotalcamento, e permesso di perlustrare solo dopo la bonifica.

e poi ... l'immancabile battuta ... da uomo a uomo ...: amore questo è solo l'inizio di una luminosa carriera.

il muro

L’altro giorno durante il corso di specializzazione in Mediazione Familiare osservavo da dietro il vetro una coppia separata. Molto litigiosa. Erano state inviate dal Giudice che chiedeva al nostro Centro una perizia.
La madre per spiegare alla Mediatrice la situazione dei suoi figli continuava a dire che la loro vita era caratterizzata da un grande muro, ogni tanto vivevano da una parte, con lei, ogni tanto dall’altra, con il padre.
Beh quel muro l’hanno edificato lei con suo marito – con i loro litigi - e lei pareva non rendersene conto anzi pareva attribuirne la responsabilità al marito che aveva voluto la separazione molti anni prima. E’ apparso subito evidente che la sua strategia fosse quella di alimentare questa situazione per accentuare le responsabilità del marito, così si è appreso che ai figli non è permesso parlare del padre quando sono con lei, non gli si può telefonare eccetera. Il padre per reazione, alimentando il circolo vizioso, si scopre che cade spesso nella tentazione di “interrogare” i piccoli su quanto è stato detto dalla madre su di lui e di criticare e sconfermare appena possibile quanto deciso dalla ex moglie.
Questi piccoli si sono così trovati di fronte a enormi dilemmi di lealtà nei confronti dei genitori. E soffrono.

Al di là della lettura “tecnica” dei rapporti fra gli ex coniugi, da smontare e ricostruire per il bene dei piccoli, mi è rimasta per giorni nella testa l’immagine di questi piccoli con il mondo diviso in due.

E’ così, il mondo dei bimbi è costituito dai genitori, o meglio la struttura portante è formato dai rapporti affettivi con loro. Se questo mondo è diviso in due parti conflittuali nasce una contraddizione interna che nega ad ogni piè sospinto ciò che è appena stato creato. Come la tela di Penelope, fatta e disfatta ogni giorno.
Che persone crescono da un disastro così?
Come si fa a non capirlo?
Che livello di odio ci deve essere tra due persone per non riuscire ad andare oltre il conflitto personale in nome dei propri figli?

Non è la separazione in se che crea danno. Quella semmai obbliga tutti ad un periodo faticoso di riscritttura dei rapporti e degli equilibri familiari. Quello che crea il danno è quando le due parti del “mondo” si fanno la guerra, disfando la tela della vita dei figli in comune.
E’ quello il reato cara signora e caro signore. Sono anni che ogni giorno appoggiate un mattone sul muro che spacca le certezze dei vostri figli. I mattoni sono le critiche, le disconferme reciproche, l’incomunicabilità creata ad arte, il parlare male ai bambini del loro papà e della loro mamma.
Tutto per il gusto di giocare alla Guerra dei roses voi due.

Avete da lavorare tanto, cari miei, e speriamo bene per i vostri figli.

Separarsi bene

Studio Pedagogia, mi laureerò la prossima estate con una tesi di Mediazione Familiare che molti, troppi, non sanno cos’è.
Si tratta del percorso seguito – con l’aiuto di un Mediatore - dalle coppie che hanno deciso di separarsi, o che l’hanno già fatto, al fine di riorganizzare la loro famiglia.
E' un intervento che assume particolare delicatezza ed importanza quando ci sono figli.
In soldoni si tratta di una decina di incontri a tre, ex coniugi e mediatore.

Separarsi bene, mantenendo in mano il timone della propria vita, non delegando le scelte che ci riguardano, ad un Giudice, mi sembra un salto di qualità culturale che la nostra Società dovrebbe fare massicciamente.
Questo mi convince ancora di più se queste scelte riguardano i figli.
Solo i genitori sanno di cosa i loro figli hanno bisogno, cosa sia bene per il loro futuro.
Cosa si può sperare che sia capace di fare un Giudice, per bravo e scrupoloso che sia?!
E allora che le coppie che si separano si prendano la responsabilità di continuare a fare i Genitori anche se non sono più una Coppia. Che mettano in preventivo, nel momento in cui cominciano a pensare di lasciarsi, di traghettare in prima persona i loro figli nella riorganizzazione della loro famiglia che non si distrugge obbligatoriamente in seguito ad una separazione, ma ha bisogno di nuovi equilibri.
I bambini di genitori separati hanno bisogno di capire, di trovare significati, di ricostruire due nuove relazioni – che talvolta si rivelano più ricche di prima – di abituarsi a nuovi equilibri.
E allora ecco che viene a galla il problema essenziale dell’essere genitori. Non serve essere i migliori genitori, non serve essere infallibili, non serve essere perfetti, serve essere come dice una studiosa autorevole “sufficientemente buoni” o – dico io – occorre “esserci”, non sottrarsi al proprio ruolo di genitore, sia che si sia ancora in coppia sia che non lo si sia più.
E’ pessimo il genitore che separandosi sparisce e abdica al suo ruolo educativo, ma è altrettanto pessimo il genitore che non partecipa all’educazione e alla vita affettiva dei figli pur essendo in famiglia.

La verità allora potrebbe essere, come spesso accade, trasversale. Non sono cattivi i genitori che si separano e buoni quelli che “resistono”, forse sono buoni genitori quelli che svolgono il loro ruolo fino all’ultimo (anche con i loro difetti) e può darsi che si chiarisca che sono cattivi genitori quelli che non danno nessun apporto alla crescita dei loro figli.

il "4"

Quando a mia moglie ho regalato un ciondolo fatto a quattro avevamo un figlio, Samuele, oggi 5 anni . Il significato del regalo – che le spiegai mentre lo guardava con occhi interrogativi - era che desideravo diventare 4. Volevo un altro figlio, Alessandro, oggi 2 anni.

Oggi mi accorgo che i regali sono come le opere d’arte, il significato che gli dà l’artista è uno dei possibili significati i quali possono moltiplicarsi tante volte quante sono le persone che guardano l’opera e quante sono le volte che le stesse persone rivedono l’opera.

Oggi per esempio ho trovato un’altra interpretazione che rende il ciondolo appeso all’orecchio di mia moglie sempre attuale.
4 sono i ruoli che mia moglie svolge nella mia vita.

Moglie.
Compagna di vita nel senso tradizionale del termine. E’ con lei che voglio vivere, con lei che voglio fare e realizzare i miei progetti, con lei che do il meglio di me stesso, con lei che voglio dormire, mangiare, farmi compagnia, gioire, soffrire, crescere, maturare, invecchiare (che sono tre sinonimi).
Madre dei miei figli.
E’ con lei che voglio crescere i miei figli. Ho sempre di più la sensazione di appartenere ad un meccanismo che gira in maniera armonica, dove ogni elemento dà il suo apporto di sincronismo e complementarietà. Condivido profondamente ogni cosa che fa come educatrice.
Amante.
Per dirla come la direi ai miei pochissimi e selezionati confidenti, magari dopo una birretta in più, lei è la Top Performer. Prima nella classifica di sempre, …. a letto intendo …
Socia.
Eh si perché la nostra famiglia è un’azienda, come tutte le famiglie del resto, e noi ci fondiamo reciprocamente, partecipando attivamente alla vita lavorativa dell’altro al punto che forse senza l’altro non potremmo fare ciò che facciamo. Poi lei lavora quanto me, si stanca quanto me, si stressa quanto me, e questo, se da una parte ci crea qualche problema, dall’altra ci rende molto comprensivi uno verso l’altro.

Quindi il mio 4 è ancora vivo e vitale.
Con questo non voglio dire che ieri, per il nostro anniversario, non le ho fatto il regalo.
Ieri le ho regalato un 8 perché sono 2920 giorni che la amo.

Oggi aveva l’8 da una parte e il 4 dall’altra. Di questo passo sembrerà una tombola.

infinite dolcezze

Mio figlio piccolo, Alessandro – 2 anni a dicembre – non sta più nel fasciatoio. Quando ce lo sdraio sopra per cambiargli i pannolini, tutta la gamba dal ginocchio in giù penzola giù dal tavolo.
La cosa mi fa un po’ malinconia. Il pensiero di non poterlo avere più lì sdraiato, giocoso, sorridente, felice di aver magnato – cagato – e di essere stato lavato – remissivo e voglioso di ricevere tutte le coccole del mondo, il massaggino con l’olio o il borotalco delle infinite dolcezze che ha un profumo inconfondibile, il suo profumo …. Beh il pensiero di non avere più questi momenti mi intristisce.
Credo che i momenti, gli attimi, passati ad accudire i miei figli sul fasciatoio siano stati i momenti di maggior intimità e tenerezza che io possa ricordare.
I loro urlettini o gorgoglii di quando erano piccolissimi, le risate per il solletico o i morsetti sotto i piedini, gli strilli per le suppostine o per il termometro, oppure quelli per il lavaggio naso con il Libenar rimarranno tra i più teneri ricordi della mia vita.
Ce ne saranno altri, ce ne sono già altri con Samuele che è grande (5 anni) e altri ne inventeremo, ma sul fasciatoio fra poco non ci sarà più nessuno e so che mi mancherà molto.

i soldi

Dai soldi mi aspetto di poter non pensare a loro.
Né perché sono pochi né perché sono troppi.
Sarebbe un supplizio dover combattere ogni giorno perché sono pochi, ed sarebbe un supplizio dover nascondersi, dannarsi l’anima, o perdere la propria essenza di uomo perché sono troppi.
Credo che la vera ricchezza sia il tempo. Una volta raggiunto un livello di guadagno sufficiente conviene investire ogni ulteriore denaro per far lavorare qualcuno per te.
Nel mio piccolo ho deciso di dedicarmi a vedere crescere i miei figli, a stare in vacanza con le persone che amo, a coltivare i miei interessi, a tornare presto a casa, a non lavorare il sabato e la domenica, ad andare a trovare la nonna, andare a correre, a portare mio figlio a nuoto, ad andare a farmi un giro in moto a conoscere qualcuno ed attardarmi a parlare con lui per strada, a correre a casa a far l’amore con mia moglie o a bighellonare con un amico a parlare di donne, a seguire una lezione di bioetica o di filosofia dell’educazione, a seguire i lavori nel mio rudere in campagna, ad ascoltare le “Scene Infantili” di Schumann o l’ultimo di Niccolò Fabi, o di Samuele Bersani, oppure un notturno di Chopin o l’ultimo di Tiziano Ferro, le Quattro Stagioni o la sinfonia n.7 di Beethoven.

I soldi hanno il difetto di realizzare immediatamente i sogni, ma il bello dei sogni non è realizzarli ma farli ed eventualmente, una o due volte nella vita cercare di realizzarli. Ma anche lì sarà molto più di soddisfazione la strada della meta.

l'orco scoreggione

la nostra pediatra è un'ottima pediatra.
da quando l'abbiamo scelta non l'abbiamo più cambiata. essenziale, veloce, gentile, modo di pensare spartano. va bene per noi.
samuele 5 anni la adora. ogni volta che lo abbiamo portato, è andato tutto bene. da piccolo le mentine, poi man mano che cresceva i complimenti di come era cresciuto, di come era bravo a spogliarsi da solo, di come si lasciasse guardare in gola, lo hanno fatto innamorare di questa donna che oltretutto non è proprio una meraviglia: è un pò grossa, è un sbrigativa e ha un vocione niente ammaliante per un bimbo.
io quando sono con i bimbi vedo e guardo il mondo con i loro occhi, quindi Samuele ormai me l'ha fatta vedere come una fatina gentile.
quando è nato alessandro (2 anni) abbiamo portato anche lui. ricordo che quel giorno (anzi da quel giorno) è toccato a me andare con i due nanetti dalla dottoressa. nella sala d'aspetto giochi, caroselli, risate, buon umore, quand'ecco che la dottoressa apre la porta a vetri della sua stanza, fa uscire i bimbi del turno precedente, Samu si volta verso di lei con un sorriso e lei prorompe in un'espressione di giubilo "avanti i miei due ometti".
a quelle parole pronunciate con quel vocione alessandro prende un bel respiro e comincia a urlare come un'aquila manco avesse visto il demonio. lacrimoni, urli, braccia al collo. sorrisino mio a minimizzare, sorrisino di lei comprensivo, alessandro rallenta per un secondo gli urli, alla sillaba successiva pronunciata dalla dott. altro urlo di terrore.
insomma capisco che ad Alessandro fa paura la voce della dott. e comincio a ridere perchè dopo un po' il fatto è diventato chiarissimo (almeno a me): parola della dott. - urlo, silenzio della dott. - fine degli urli.

durante tutte le visite che si sono succedute in questi due anni, è sempre la stessa cosa. quando la dott. parla Ale urla, quando lei tace lui smette. Peccato che lei per minimizzare gli parla, quindi lui ri-urla. Non ha capito un cazzo.
Siccome guardo il mondo con i loro occhi, quando la dott è con Samu mi sembra un angelo gentile, quando è alle prese con Ale mi sembra un Orco.

E veniamo all'altro giorno. solita scena, si apre la porta, urli e strepiti. comincia Samu. tutto liscio, Ale in braccio con i lucciconi, a urlare a tempo di Orco. poi sotto Ale, gli urli si fanno grida di terrore, la dott. che non ci arriva, lo rabbonisce terrorizzandolo con frasette da Orco. compare l'abbassa lingua di legno, Ale lo morde, lo prende in mano e lo sbatte per terra urlando senza respirare, la dott. si china su di lui per tenerlo più fermo, vuole guardargli l'orecchio con quel coso che si illumina, Ale scalcia, tira pugni, e piange. La dott. si china di più, ha un culone enorme che ondeggia nel tentativo di bloccare il satanasso e infilare l'occhio dietro la lente per guardargli l'orecchio, quand'ecco che PUFFFFF, un terribile odore di cacca invade la piccola stanzetta. Samu ride, "Ale ha fatto una puzza" . La dott. molla la presa, (Ale respira) si tira su e commenta esausta con voce da Orco gentile "sei un monello e sei pure un puzzolone" .

eh no cara.
eh no caro Orco.
io sono un papà del 2000, che vive da 5 anni nei pannoloni. saprei riconoscere l'odore di cacca dei miei figli in mezzo a una discarica di Napoli.
questa, caro il mio Orco, è una puzza uscita dal tuo culone mentre seviziavi il mio povero Ale per guardargli nell'orecchio.
quella mossa di Wresting che ti sei inventata per immobilizzarlo ti ha fatto fare uno sforzo di troppo e ti è partita una bombetta che ha saturato la tua piccola caverna di Orco scoreggione.

Vabbè. Faccio finta di niente. rivesto il piccolo Ale quasi in fin di vita (per la puzza) sorrido all'Orco per rinnovarle la mia fiducia malgrado il "regalino" finale, fingo di non vedere Samuele che saccheggia la sua scatola con le mentine ed esco.

Amore cosa ha detto la dott.?
Che Ale ha il naso che cola ma forse perchè piangeva, e la gola rossa ma forse perchè urlava. dell'orecchio non ha detto niente. Ah Samu ha il ciuffo un po' più biondo, la dott. gli ha fatto una meche.

a dicembre si replica, speriamo che l'Orco non mangi pesante.

ho spento la TV

Dieci anni fa ho spento la tv.
E’ inutile criticare una cosa e poi rimanerci dentro. Si perché la TV è un mostro nel quale si entra. Non gli si sta davanti.
Ho cominciato perché la sera andavo a letto ed ero nervoso, insoddisfatto, frustrato. Quando poi ho conosciuto mia moglie, lei si è lasciata portare in questo bel viaggio fatto di serate con la radio accesa, di discorsi fatti insieme, di silenzi di musica ed è diventato il nostro stile, la nostra vita.

Le prime avvisaglie le avevo già avute molto tempo prima. Ricordo che avevo stabilito che non avrei mai visto Dallas, dopo aver visto la prima storica puntata. L’ho fatto.
A scuola ero considerato un deviante, un mostro, uno sfigato, un reietto, uno out. Non sapevo i nomi dei protagonisti. Ero fuori dai commenti. Ricordo anche che avevo deciso che non avrei mai visto una telenovela in generale, così niente Sentieri (credo fosse l’85) e tutte le altre a seguire.
Continuavo a guardarla con mio padre, col quale ai tempi vivevo, che la amava di più. Allora con lui diventava un modo per stare insieme, guardavamo Arbore. Quello mi piaceva, lo registravo, come mi registravo le mitiche puntate di Colpo Grosso (quanta gnocca! mamma mia) ma quelli erano i tempi del …. Fai da te …. ☺

Adesso non la guardo proprio più ed è una liberazione. Si va be, qualche partita (sempre meno) qualche volta Zelig (quasi mai) o qualche volta i goals (quasi più). Ma quel che conta è che a casa non c’è assolutamente l’automatismo che, finita la cena, fa accendere la TV; i miei figli la guardano solo per le cassette e quando sono finite, il grande mi dice “papà possiamo spegnere?”. Ma certo amore mio, spegniamo così cresci bene e libero da tutte quelle cazzate. ..… finchè dura.

Ricorderò sempre la risata ironica e goduta che si faceva la nonna Ada, sorda come una campana, quando le dicevo urlando. “Nonna non ti preoccupare di non sentirci, intanto diciamo un sacco di cazzate”.
Con la TV è uguale.

palio di siena

siamo d'accordo, al mondo esistono persone intelligenti e persone stupide, interessanti e non, belle e brutte e questa potremmo definirla una classificazione oggettiva che un ipotetica giuria esterna, imparziale, astratta potrebbe stilare.

però nella vita di tutti i giorni la classificazione corretta da fare è un'altra: quella che ho di fronte è una persona alla quale frega qualcosa di me o no? che cosa me ne importa se ho di fronte un "cervellone" o una figa o un artista se poi a questa persona non gliene fotte minimamente niente di chi sono, cosa faccio, cosa penso.

è vero che se ci si imbatte in qualcosa di obbiettivamente notevole, per un attimo l'attenzione viene attrata, ma di fronte al disinteresse tutto crolla.

dopo ogni cena o incontro con amici faccio sempre il bilancio di quante persone mi hanno chiesto qualcosa di me, che lavoro faccio, che hobby ho, cosa mi piace. sempre pochissime.
quando poi mi capita di finire di fronte o a fianco di qualche oca di moglie di qualche mio amico o a qualche coglione con delirio da manager (ci sono degli esemplari terrificanti) il supplizio è doppio perchè oltre all'evidenza del disinteresse nei miei confronti (che mi fa venire tanta nostalgia del mio divano di casa) c'è lo strazio delle argomentazioni idiote scelte da queste persone le quali non riconoscendo in te una persona con la quale rapportarsi, recitano il loro copione, sempre lo stesso, incuranti delle tue reazioni.

così ormai ora lo so. quella là parla solo di domestiche che rubano, quell'altra di maestre che non sono di livello, quell'altro racconta solo barzellette, un altro parla di ristoranti, di borsa, di auto, di soldi etc etc.

così quando si arriva al ristorante mi comporto come i fantini del palio di siena, finchè non vedo dove si posizionano gli elementi peggiori non mi avvicino al tavolo.
mia moglie, il mossiere, lo sa e ride.

ma ce n'è una che davvero ammazzerei: una che parla solo degli altri. lo sai che quello ha fatto, che quella ha detto,.... capisco il dramma di una persona che si rende conto di non aver niente da dire di se e quindi preferisce raccontare la vita degli altri, ma almeno scegliesse la vita di qualcuno interessante da raccontare e non andasse a pescare proprio gli argomenti più trash. un vero supplizio anche perchè questa ci invita sempre a cena in quattro. impossibile sottrarsi.

il meglio di loro

al mattino samuele 5 anni si sveglia sempre un po' rugo. è il suo carattere. io lo adoro anche per questo, ma gestirlo è difficile. ogni piccolo contrattempo lo fa incazzare. non ci sono le calze della sampdoria, i panataloni preferiti sono a lavare? broncio.
samu mangia che dobbiamo andare all'asilo.
samu esci dalla dispensa e smettila di fare i capricci.

un disastro.

dopo mille peripezie e contrattazioni, invenzioni per motivarlo e distrarlo, arriviamo faticosamente all'asilo e lui sorridente vola dai suoi amici e comincia a giocare prima ancora che io me ne sia andato.

alessandro (quasi 2 anni), tenero patatone, al mattino si sveglia per tracannare il suo biberon verso le 6 o le 7 e poi tira dritto fino alle 10. io non lo vedo neanche. per fortuna che mentre beve il biberon lo bacio mille volte, sull'angolo della bocca che ciuccia. lui è impegnato a bere e si lascia massacrare di baci.

la sera torno alle 19 e li trovo stanchi morti.
samuele generalmente è sovraeccitato dalla giornata intensa ed è di buon umore ma appena mi vede mette in atto la più antica delle tecniche raccatta coccole che esiste. la lagna.
finto pianto (tra l'altro finge male) finto male da qualche parte del corpo (senza alcun segno logicamente). la tata che dice "è stato bravo fino ad ora". le credo.

alessandro è sfinito. mi corre incontro ridendo, brandendo l'ultimo giocattolo raccattato per terra. vuole essere preso in braccio e subito mi vuole portare a vedere tutte le cose che ha scoperto nella giornata.
lo seguo ma samu frigna. allora dopo un po' lo lascio e consolo samu. ale allora piange e si butta per terra con la fronte sul pavimento in segno di disperazione. mi volto per tirarlo su e samu rincara la dose dichiarando mali di ogni genere.

che delirio.

mirella dia da mangiare ad alessandro. tutti urlano. io mi vorrei togliere la giacca e la cravatta. sudo.

dopo un po' tutto si normalizza.

ale mangiato è come un leone domato. ha bisogno di mezz'oretta per digerire poi crolla e va a nanna. lo lasciamo circolare per la casa. samu da mangiare invece è come al mattino, rugo e disobbediente, basterebbe che mangiasse per ritrovare il buon umore, ma non mangia perchè è rugo. (tutto sua madre).
tratto, mi invento, lo distraggo, e lui stancamente comincia a mangiare.
mia moglie, affetta dalla stessa sindrome (incazzatura da fame) si alimenta silenziosamente.
finalmente mangiati e sorridenti, ci apprestiamo alle operazioni per andare a nanna. stasera tu il piccolo io il grande.
ok.
urli e strepiti del piccolo. poi una mezzoretta di mugolii nel baby controllo e nanna.
samu invece vuole la favola, gli leggo una favola dei fratelli Grimm. una volta gli ho detto: questa era proprio una cavolata. e da quel giorno lui dice: mi mette a letto papà e mi legge una cavolata.

tutto stupendo ma mi resta il ricordo meraviglioso del mese di vacanza passato con loro nel quale oltre a questo delirio mi sono goduto il meglio di loro, i loro sorrisi, i loro gichi, le loro invenzioni, le loro scoperte, le loro pause, il loro buon umore, le loro energie.
tutto questo se lo godono i loro compagni di asilo, le loro maestre, e la loro tata.

francamente mi fa un po' impressione.

ermete

E' morto Ermete, un uomo che aveva sbagliato abbastanza per non essere arrogante e che aveva sofferto abbastanza per sapere essere affettuoso.
Mi piaceva come mi guardava e la sua risata.

Ciao Hermes, abbi cura di me.

4 cuori

mia moglie è andata tre giorni a un congresso. io sono restato solo con il piccolo, il grande è a dormire dai nonni.

in vista di queste sere di libertà ho fatto una conta delle cose che avrei potuto fare godendo della massima libertà. che so ascoltare qualche disco strano, vedere qualche film che mia moglie non ama, riordinare le foto di quando non la conoscevo, oppure ..... boh.... ho anche detto "stasera mi riguardo the wall".
ma niente, nessuno di questi programmi è decollato. allora ho riordinato la cucina e mi sono convinto che fosse meglio studiare, ma niente. andare in studio senza mia moglie non mi piaceva, allora ho acceso la tv e c'erano solo boiate.
gira che ti rigira ecco un incontro di pugilato (pugilato io????). un'ora lì come un coglione. poi in studio stancamente, ma che brutto tutto quel silenzio, nessuno che mi interrompeva, che mi incoraggiava, che mi disturbava.
finalmente il piccolo ha rugnato,.... un po' di normalità!!. biberon, coccole, nanna di nuovo. torno giù e la chiamo, sarà arrivata? ... non prende. uffa. poi è partita con il faccino triste per qualche piccola scaramuccia che abbiamo avuto così sono triste anch'io.
oltretutto non c'è neppure samuele che mi sarei così volentieri infilato nel lettone!!

ed io che mi sentivo un figo pieno di interessi lì nel cassetto pronti da giocarmi non appena fossi stato libero. ma de che! senza mia moglie e i miei figli ormai sono un carretto senza una ruota, mi manca un ingranaggio.
sarà grave? mi chiedo.
non lo so, ma so che io se non ho vicino - e sento vicino - le persone che amo perdo il ritmo, i riferimenti, il senso della vita. oramai trovo la forma di me stesso ed il mio equilibrio, soltanto nell'impasto con loro;
dai diciamocelo - non so stare da solo - ma da questa mia debolezza è nata una mia forza che mi ha istintivamente portato ad abbandonare tutti i riferimenti che avevo relativi ai miei gusti, alle cose che amavo, alle mie abitudini da coccolare i quali sono sostituiti da tutto ciò che mi piace perchè mi dà gioia anche in quanto coerente con la gioia che provano le persone che amo. e questo, chi mi vive vicino, lo sente e lo apprezza.
se una cosa non piace a mia moglie è difficile che possa appassionare me.
se una cosa spaventa uno dei miei cuccioli - che so il rumore della barca per esempio - vi rinuncio senza nemmeno provare quel senso di privazione che altri invece sentono.
insomma ho 4 cuori. e per sopravvivere ho bisogno che battano tutti più forte che possono.
quando vedo miei amici - singles e non - che per inseguire i loro sogni calpestano tutto ciò che di meraviglioso hanno o potrebbero avere, mi sembrano dei pazzi e penso "questi qui hanno un cuore solo".

benvenga, qualche sera, il senso di delicatezza e instabilità nel sentirsi così dipendente dalle persone che amo.
il resto è una gioia infinita.

benvenuta LUPO

da oggi ho una nuova lettrice sul mio blog.
Mia moglie, detta Lupo per i suoi begli occhi a mandorla (da lupo appunto).

Fino a ieri sera non sapeva del mio blog e l'ha scoperto mentre tramavo al cellulare con mia cugina (lavale) per farmi mettere un contatore d'accessi.
Chissà perchè non gliel'ho mai detto .... boh ....
Non ci possiamo dire tutto amore!

ti amo.

buonanotte amore 3

i fratelli Grimm sono molto famosi per aver scritto favole celeberrime come cenerentola, la bella addormentata nel bosco ed altre.
mio nonno aldo, mi ha lasciato in eredità il loro libro che è una raccolta di 200 favole.
una più brutta dell'altra.
dopo aver studiato Letteratura per l'infanzia mi sono detto: invece di leggere a samuele (4 anni e mezzo) quei cavolo di librini semplificati, ora gli leggo i Grimm.
già dopo le prime due sere avevo espresso i miei dubbi a mia moglie.

alla quarta sera di questo supplizio chiudo il libro e dico a Samuele:

amore adesso si fa la nanna
ok
ti voglio bene amore, fai tanta nanna

papà?
dimmi tesoro
questa favola era proprio una cazzata
ma Samu ma chi te la insegnata questa frase?
l'hai detta tu ieri alla mamma.

si però non si dice, ne a scuola ne mai ...... solo con me per scherzo.

da un po' di sere gli leggo Fiabe Italiane di italo calvino, raccolta di 200 fiabe regionali.
molto bello.
aspettiamo i commenti di Samu.

la festa delle Cirilli

mia moglie fa tanto quella che vuole dei figli ma sotto sotto si rompe le palle a fare tutte le cose tipiche da mamma. o meglio non è che si rompe le palle - le fa - ma non ha la pazienza infinita tipica delle mamme, ha quella "finita" tipica dei papà.
alla festa delle Cirilli, come a quella dei Bosisio e alla gita al museo di Pinocchio ci sono andato io. Volentieri.
Mi viene ad aprire il cancello di questo bel giardino una signora/ragazza vestita da fatina. Oddio e chi è sta qui!. Uantollà corri finalmente c'è un papà. Oddio parla in rima! Arriva Uantollà, una ragazzotta vestita da Robin Hood che mi mette un braccialetto rosa (!!) e cerca di metterlo anche a Samuele che si difende ringhiando come il peggior animale feroce che conosceva.
Scopro che la festa è a tema "Alice nel paese delle meraviglie" e che a tema ci sono solo la madre, una deficiente, le due figlie gemelle, e Uantollà ed un'altra femmina/maschio già tutta sporca di terra (sono due scout e purtroppo - senza ragionevoli motivi - le odio a priori).
L'occhio di uomo comincia a passare al setaccio la fauna delle mamme.
Ci sono le "mamme e basta" generalmente con pantalone di marca + hogan o scarpa antistupro equivalente,mutanda sega chiappa, giro di perle con orecchino della nonna, taglio dei capelli tristezza, argomentazioni preferite "i livello delle maestre dell'asilo", "l'affidabilità della domestica", "lo sport migliore per i miei figli". Non prevedono di rivolgermi la parola - in quanto uomo - per tutta la festa e mantengono la promessa .... per fortuna.
Ci sono quelle "mamme ma ancora donne" vestite con pantalone di marca a vita bassa, scarpa con un po' di punta, perizoma a rispetto della rotondità della chiappa, taglio dei capelli un po' elaborato, lucidalabbra, una quindicina di braccialetti rumorosi, qualcosa di tribale da qualche parte. Sono disinvolte, trattano i figli con accettabile sufficienza, parlano di "spinning", di vacanze, dei progetti fatti col marito, di cinema di teatro. Concepiscono di rivolgere la parola ad un uomo a patto di non intravedere nei suoi occhi tracce di occhio "scopino". Riesco ad avere rapporti umani con loro ma sempre con una venatura di senso di colpa per aver invaso il loro mondo femminile.
E poi, grande cinema, ci sono le "mamme ma soprattutto e disperatamente donne" vestite con panataloni costosissimi a vita bassa con comparsa dell'elastico del perizoma, di marca pure quello, scarpa a puntissima leggermente all'insù, forse a indicare "per di quà" a chi invece di guardare la mutanda ha guardato la scarpa, occhiale enorme tipo sandra mondaini con logo in oro visibilissimo, orologio d'oro zecchino rolex oppure rolex da uomo, e maglietta sicuramente griffata scelta ad arte per mostrare uno a scelta dei seguenti items: tatuaggio tribale sulla spalla (mia domanda "cosa vuol dire "tribale"" risposta "boh non lo so" .... stupendo), tricipite pluriscolpito da mesi di palestra preventiva, tetta rifatta.
trattano i figli con fastidio anche perchè seguirli con quelle scarpe .... non li baciano sennò il trucco .... non li prendono in braccio sennò la tetta ...... . Parlano di spinning ma va bene solo quello della palestra chic, parlano di macchine, navigatori, vacanze in villaggi, negozi, inaugurazioni, saldi, di corna, del marito che gioca a golf al quale le fanno. Non hanno intenzione di parlarmi ma si agitano molto nei miei paraggi fino a che non capiscono che ho notato le tre "T" tetta tatuaggio tricipite, mostrate le quali hanno soddisfatto il loro edonismo. A quel punto fuggono. Se le voglio devo sbatttermi io...... questa è bella.

La festa scivola via liscia, i bambini già vistosamente divisi dall'abbigliamento imposto loro dalle mamme mostro, se ne fottono e distruggono migliaia di euro di tessuti delicati sul prato e sulla ghiaia, maglioncini-gioiello fanno da palo per la partita di calcio permanente, pizzi e merletti fanno da bavaglino. io trovo un paio di persone che nello sconcerto generale si comportano da persone normali..... praticamente delle sovversive. Sorridono, scherzano, parlano di vita normale, fanno due complimenti all'unico papà che fa il papà invece di fare lo stronzo in qualche Consiglio di Amministrazione, utilizzano il raro strumento dell'ironia per far passare il tempo e godersi la mia compagnia. Ho anche l'ebbrezza di incontrare tracce di autoironia e quasi mi commuovo di notare che hanno le sinapsi ancora aperte, che lasciano scorrere energia cerebrale. Le mamme e basta guardano inorridite sgranando il rosario, le mamme zoccole o 3T, mi evitano con sdegno, non capisco il loro raffinato gioco, quelle di mezzo fan finta di niente.

Finisce la festa e cerco di ricordare a quale gruppo appartenessero le due o tre che mi hanno tenuto compagnia.
Le due nonne delle sorelline Cirilli.

il tempo o il denaro

io lavoro con mio padre dal 1988. è un'attività di famiglia che ho continuato volentieri. mia sorella ha portato via le scatole quindi non restavo che io. vabbè, tanto meglio. guadagno bene ma non potrò mai fare sfracelli, però sia per il genere di lavoro sia per il fatto che siamo in due a farlo (agenzia di assicurazioni) ho molto tempo libero. posso - quando voglio - prendermi tempo per fare ciò che voglio. voglio studiare? voglio godermi i miei figli? voglio andare a correre? non ho problemi a prendermi una giornata libera per farlo. Domani pomeriggio porterò i miei due cuccioli alla festa delle gemelle Cirilli, fanculo all'ufficio.
Alcuni miei amici hanno fatto carriera e guadagnano molto. Per il lavoro ne hanno fatte di tutti i colori: si sono trasferiti, hanno cambiato città più volte, fanno orari impossibili, vedono la famiglia solo dal venerdì sera, oppure sono semplicemente diventati degli stronzi. C'è proprio la categoria dell'Homo Aziendalis che è proprio stronzo, caratterizzato dalla capacità di diventare cattivissimo - ad arte - nel momento in cui compare il dio "interesse". Contenti loro.
Io considero il tempo una ricchezza e so di non essere l'unico. C'è una canzone nell'ultimo disco di Nicolò Fabi che è un capolavoro, ve la consiglio. Anzi vi consiglio i due ultimi Cd di Nicolò Fabi.
Segnalo anche che c'è qualche filosofo che sostiene che noi non siamo altro che il nostro tempo,quindi si può dire la nostra essenza o meglio la nostra cifra umana si manifesta con l'insieme delle scelte che facciamo per impegnare il nostro tempo.
Ebbene io sono un papà che domani porterà i suoi due bimbi alla festa delle Cirilli.

fuori dal tunnel

sono uscito dal tunnel.
ho dato due esami grossi che mi hanno assorbito più che le energie, il tempo.
studiare a 40 anni con due bimbi di 1,5 anni e 4,5 anni è un bel casino. l'unico spazio che ho è da quando vanno a dormire alle 21-21.30 in poi. da qeul momento tutto quello che faccio di diverso da studiare mi fa sentire in colpa quindi faccio una sorta di classifica delle priorità e al massimo mi concedo strappi alla regola per: cena con amici o meglio con moglie, partita memorabile ( se fa schifo guardo il primo tempo e poi mi rimetto a studiare ) a letto presto con moglie .... con speranza di ... non dormire. :-)
tutto il resto è tagliato: scrivere su blog, andare su ebay a comprare squadre del subbuteo, passare su ipod i miei nuovi cd, riordinare le squadre del subbuteo (che se lo faccio di giorno arrivano quei due hooligans dei miei figli e me li rompono tutti), telefonare almeno per un'ora con mia sorella (unica lettrice del mio blog - ciao fux) etc etc.
ora che ho finito (ma da stasera ricomincio perchè a giugno e luglio ho altri due esami) scrivo un po'.
mi direte, (ma chi che non c'è nessuno che mi legge ... vabbè) mi dirò ma allora perchè scrivi di mattino dall'ufficio. in ufficio non hai mica da studiare?! vabbè adesso non stiamo a sottilizzare. e' una questione di libertà mentale.
ora vado a leggermi mia cugina lavale, che avrà prodotto tanti bei post.

asciutte/asciugate

a tavola

sami te le sei lavate le mani?
si e me le sono anche asciutte
asciugate amore, si dice asciugate

dopo un'ora in salotto

sami non toccare le foto che hai le mani bagnate
no sono asciugate
asciutte amore, si dice asciutte

uffa papà ti decidi! si dice asciugate o asciutte?

bella domanda ....

la spintarella

I patti con mia moglie sono chiari: di notte ci si alza un po' per uno.
come in tutte le cose del menage familiare cioè casa-figli, nessuno si sottrae e non c'è bisogno di discutere. ci regoliamo con pochi cenni d'intesa.
per la notte esiste un sistema raffinatissimo che decide chi deve svegliarsi. se il giorno dopo ho una giornata pesante si alza lei, se ha avuto una giornata pessima mi alzo io, se sono in forma vado io, se abbiamo litigato va lei così ha ancora più ragione ... fetente ... se è tanto che non li vedo vado io per recuperare un po' di contatto di pelle, se si sente una mamma degenere perchè li ha trascurati per troppo lavoro va lei, rosa dai sensi di colpa.
potrei continuare per ore.
ma il bello è capire chi decide, chi elabora questa miriade di informazioni e le razionalizza in un ordine: vai tu.
nessuno.
ebbene si, facciamo tutto a istinto.
il piccolo piange, generalmente tutti e due lo sentiamo, e senza discussione il titolare del turno prende e va. non c'è discussione.
solo nei casi più dubbi è accettato un piccolo contraddittorio che si presenta sotto forma di spintarella. se il titolare del turno non si rende conto di essere in turnista, l'altro glielo ricorda con una spintarella, con l'anca, col piede, col gomito. una cosa quasi impercettibile. il "convocato" non ha diritto di replica.
nei casi dubbi il primo che sgomita la vince. punto e basta.
sia chiaro, salvi i diritti e i vantaggi da spendersi già il mattino seguente quando il piccolo produce la peggior cacca della giornata generalmente nel bel mezzo della colazione. chi ha sgomitato si fa l'aerosol di cacca.

tutto questo funziona a meraviglia. non ricordo in quattro anni una discussione.

ogni tanto però, con una certa ricorrenza e regolarità, tutto l'impianto crolla. la ferrea legge che impedisce di opporsi alla spintarella non viene rispettata.
la sovversiva è lei, mia moglie, che non solo fa la contro-spintarella, peccato mortale notturno, ma qualche volta la rafforza con argomentazioni verbali che costringono la mia corteccia cerebrale ad un'attività non prevista e non desiderata. (riesco a dare il biberon al piccolo rimanendo nella fase R.E.M. del sonno).
quando succede io incasso, mi alzo lo stesso senza discutere, ma metto un flag mentale da attivare al momento del risveglio.
urge la prova piedino alla quale seguirà il blister check. siamo in fase di allarme giallo.
ore otto, ci si sveglia, allungo un piede e come al solito lo metto nell'incavo del suo a mo' di rintanamento. è il nostro saluto. se non risponde con una carezza sempre di piede o peggio si allontana alludendo alla eccessiva lunghezza dell'unghia del mio alluce, siamo all'allarme arancione.
non resta che il blister check.
mi alzo fingo di riordinare i cuscini e aspetto il momento propizio per controllare il blister della pillola yasmin.
quante ne mancano? nessuna! è allarme rosso, mestruazioni in arrivo.
per i prossimi 5 giorni mia moglie - donna eccezionale - sarà una donna normale, non varrà più nessuna regola (chi l'ha detto che devo alzarmi io? alzati un po' tu per una volta! stanotte ti dico già che non mi alzo! se ogni tanto mi aiutassi! )
si comincia l'operazione marito presente ma invisibile, marito che sente ma non registra e non ricorda, marito che dà anche se non riceve, e guai a lui se gli scappa qualche sorrisino allusivo. troppo facile dare sempre la colpa alle mestruazioni.

un buco nel cuore

Nel 1998 mi sono separato. Oggi sono felicemente risposato con due figli.
La mia prima moglie aveva una gemella Celeste, sposata con Roberto. Con loro abbiamo vissuto tutti i week end - ad Albenga dove loro vivono - dei quattro anni di matrimonio. L'amicizia che ne è nata è stata profondissima, rafforzata dalla condivisione dell'esperienza della nascita dei loro due figli Camilla e Gilberto, nati praticamente con quattro genitori. Un'esperienza stupenda. Dopo la separazione ho lasciato che la mia ex potesse continuare a frequentarli senza mie intromissioni. Il risultato è stato che ho perso il contatto con loro. Le occasioni di incontro sono state pochissime. Poi con Marcella, mia moglie attuale, non mi sembrava il caso di cercare di instaurare un'amicizia a quattro improbabile.
Poco tempo fa, come un lampo nel cielo, Celeste mi invia via mail una foto di Camilletta e Ghiblorino ormai di 10 e 8 anni con scritto: Li riconosceresti?.

La mia risposta:

Ciao Celeste ciao Roberto, che nostalgia e che ricordi, i Vostri figli sono stupendi.
Sapete che in questi 4 anni (Samuele ha appena compiuto 4 anni) ho fatto il papà esattamente come avevamo imparato a farlo insieme?. Le prime paure, i primi imbranati tentativi fatti con Camilletta,i primi pannolini, le prime pappe. E tutti i consigli medici di Robo per le coliche, per la febbre .... sono stati il mio patrimonio per fare il "mammo"(come mi chiamano i miei amici).
In un certo modo mi siete stati vicini.
La vostra famiglia, Albenga, e alcuni pochi amici di Garlenda sono il mio buco nel cuore. Non sono riuscito a trovare il modo per rimanervi vicino.All'inizio volevo lasciare spazio e tranquillità a Nicoletta, immagino che siate stati il suo sostegno, poi non sono più stato capace di ritornare.
Ogni commento che mi viene mi sembra inadeguato, non ci sono scuse da trovare o scuse da chiedere quando ci sono di mezzo affetti profondi. Io il vostro l'ho sempre sentito sincero e profondo e il mio per voi lo conoscevate, altrettanto sincero e profondo.
Poi c'è stato il finimondo e abbiamo pagato tutti.Mi verrebbe da dire mi dispiace, ma francamente anche questa suona come una cazzata.
Dico invece che ho un ricordo bellissimo che mi tengo stretto nel cuore e spero che forse un giorno succederà che passiamo una bella giornata insieme,con i Vostri bei bimbi, che ho accolto come fossero stati miei, e con i miei due bimbi Samuele ed Alessandro che sono la mia gioia infinita e la mia vita.

Ieri di ritorno da un viaggio di lavoro a Sanremo ho chiamato Robo sul cellulare.
Ciao Robo che fate?
Ciao Fedorf, ti stiamo aspettando.
Arrivo.
Ho passato due tenerissime ore con loro. Ci tornerò. Sono felice.

il fil rouge

tutte le mattine faccio il fil rouge.
mi sembra di vedere Giochi Senza Frontiere di 20 anni fà.
alle 6.30 il piccolo mugugna. vuole un bibe di latte. mi rigiro nel letto sperando che si riaddormenti. quando il mugugno comincia a somigliare ad un urletto mi alzo. rigorosamente a occhi chiusi scendo in cucina, apro il frigo, prendo pentolino, accendo fuoco, apro biberon, aspetto 3 minuti, travaso latte nel bibe, avvito e risalgo. dal baby controllo che sta in cucina, capisco se l'urlo cresce. cresce! mi affretto. scale veloci corridoio, entro in camera, non accendo la luce mi chino e trovo due manine tese che mi aspettano. sono felice.
lo tiro fuori lo "intubo" poi sulla spalla ruttino veloce e di nuovo a nanna.
torno in busta sono le 6.50 ho le chiappe fredde, mia moglie si attacca a scaldarmi, grata.
ore 7.30 il grande mugugna. mi rialzo, lo porto nel lettone. pesa 20 kg. lo infilo fra me e mia moglie e riprovo a dormire. alle 8.00 arriva puntuale la richiesta. papà mi racconti una storia.
mugugno in coma, lui insiste. mi apre gli occhi col dito, mi fa gli scherzetti. lo adoro.
gli tiro qualche morsetto, faccio un pò la lotta. mia cominciano gli urletti. mia moglie si alza, il piccolo si sveglia.
attacca banda.
le operazioni da svolgere sono: colazione, vestizione, accompagnamento asilo, andare in banca, andare in ufficio.
con un sincronismo ormai perfetto mi alterno con mia moglie nelle operazioni per gestire il piccolo e per preparare il grande. tu i denti al piccolo, tu la cacca al grande, ricordati il grembiule, i fermenti lattici al piccolo, cacchio oggi c'è ginnastica l'hai vestito sbagliato, guarda che il piccolo l'ha rifatta e pure molla, fai tu che sto mangiando, dai Samu che è tardi, gioco ancora un attimo, ma amore sono le 9.15 fra poco l'asilo chiude, vabbè mi scelgo un giochino da portare a Michele, attenta che il piccolo sale per le scale, dov'è la mia giacca, a posto, o belin sempre tutto a posto e non trovo niente, Samu chiama l'ascensore che arrivo, ciao amore ci sentiamo al telefono, chiedi alla maestra della gita, tu telefona alla nonna per domani sera, ...... fuori, finalmente fuori.
moto, casco per tutti e due, asilo. Ciao bambini è arrivato Samuele, due battute a tutti, due parole con la maestra, moto, banca, ufficio. Salgo sull'ascensore dell'ufficio, mi guardo allo specchio. Cazzo non ho fatto la barba, e non mi sono pettinato e soprattutto sono le 10. Mio nonno arrivava qui alle 8 e si faceva un mazzo così.
io invece qui ci vengo per riposarmi.... tempi moderni!

la vale anni 70

chiariamolo subito. la vale da piccola era una rompiballe.
la sua frase ricorrente, per me che la incontravo solo a sciare, era: Anche io sono grande.
La situazione era la seguente: due case porta a porta, quattro cugini: io e mia sorella, la vale e suo fratello. loro con i genitori noi con i nonni.
un po' per cultura familiare, un po' perchè marcati dalla grintosissima mamma della vale (che da adesso chiamerò GRINTA, sorella del mansueto ZIO GIORGIO), loro erano meno liberi di noi.
noi potevamo uscire da soli, uscire la sera nella sala giochi del palazzo, ma soprattutto impazzavamo per le piste da sci come dei furetti.
GRINTA si fidava a lasciare venire il fratello della vale, ma era titubante a lasciare libera la piccola rompicoglioni. "no tu non vai perchè sei piccola". e giù piagnistei. che poi quando veniva non rompeva tanto, era solo un po' lenta e paurosa, e poi ormai aveva il complesso che noi facessimo cose "da grandi" difficili per lei.
GRINTA in quello non era stata una fine psicologa. (E infatti guarda come l'ha ridotta.... fotografata e contenta a pagina 58 dell'ultimo Grazia. Io Grazia credevo si leggesse solo dal parrucchiere invece l'ho trovato in Edicola. Pazzesco).

Mettici poi che io e il fratello (lui è tutt'ora il mio migliore amico oltre che mio cugino) era meglio lasciarci liberi piuttosto che sopportarci in casa, insomma la dolce Vale era sempre un po' in disparte, la più piccola della combriccola.
Poi un giorno le sono cresciute le tette. Vabbè allora tutto è cambiato. Cugina con tette conosce donne con altrettante tette (qualche volta anche un pò zoccole - Bnz Tr....!!!), magari rimorchia pure un fidanzato che se la sopporta .... etc etc.

Non so se sono state le tette (che poi saranno una terza non di più) o la proverbiale vena umoristica che ha ereditato da Grinta e da Tiger (suo padre) - (la coppia viene chiamata Vecchia Brianza) - la Vale è diventata un fiorellino desiderato da tutti e anche da noi.
Ciao CUGI.

sei un poeta!?

la nonna Gina, anni 93, ha letto le mie poesie per i miei figli.

ma Federico, ... ma tu sei un poeta!

No Nonna, scrivo andando spesso a capo.
E' diverso.

buonanotte amore 2

buonanotte amore fai tanta nanna
buonanotte
samu?
eh?
ti voglio bene.
si lo so.

cappuccetto rosso

Mettendo a letto Samuele 4 anni e mezzo a metà della favola di cappuccetto rosso:

papà ti dico un segreto
dimmi tesoro
sussurrando con le labbrine umide appoggiate sul mio orecchio: il lupo era uno stronzo
io riesco a sorridere senza esplodere e gli chiedo fingendo un profondo interesse: ma chi te l'ha detto?
il nonno Carlo .... ma è un segreto.

figata

Samuele 4 anni e mezzo.

S:papà guarda questo adesivo dei Power Rangers
io: è fosforescente! che figata!
S: papà figata è una parolaccia?
io: no però non si può dire all'asilo
s: e con i nonni?
io: con i nonni si

S: mamma guarda questo adesivo fosforescente
mia moglie: che bello amore !
s: è una figata, figa delle fighe!

io: amore quelle invece sono parolacce, e non si dicono nemmeno ai nonni.

il campanaro

eppure già lo avevo imparato col primo figlio.
mai farsi la barba nudi.
eh sì perchè quando ti fai la barba, sei in um momento di grande vulnerabilità. Non hai difese.
Intanto hai le mani occupate. in una hai il pennello e nell'altra hai o la scatoletta del sapone oppure non hai niente ma stai tirandoti la pelle del viso per cercare di non sgozzarti con la lametta, quindi sei tutto sporco dia sapone.
Per di più io ho l'abitudine di mettere un piede su un gradino sotto il lavandino e di sporgermi verso lo specchio così da essere ben vicino e poter vederci bene.
Quindi non ho neppure tanto equilibrio.

stamattina, nel momento del massimo sforzo e concentrazione, quando con un polso sulla fronte cercavo di tirare in su la pelle della guancia per spianare la ruga a fianco della bocca, mio figlio Alessandro, anni 1 e qualche mese si è riscoperto campanaro e scorto fra le mie gambe qualcosa che gli sarà sembrato fatto per essere tirato, ci si è appeso con due mani e ha tirato forte.

vorrai mica gridare al piccolo, che poi si spaventa, mi sono detto in un picosecondo. allora con una finta risata mi sono ritratto. ma lui povero cucciolo ha ancora un equilibrio instabile e per non cadere è rimasto saldamente attaccato.

era un po' di giorni che non gli tagliavamo le unghie.

descrivi la mamma

Claudio Gentile era un bastardo. Ma si dai Claudio Gentile, terzino della Nazionale Campione del Mondo 1982 (che se penso che ho due figli maschi che non hanno mai "vinto" un mondiale mi sembra che non possano crescere bene).
Vabbè questo Claudio Gentile usava le seguenti tecniche per annullare i suoi avversari.
O la stecca al primo intervento, un calcione nel ginocchio al primo minuto di gioco, oppure - ancora più subdolamente - si lasciava scartare una o due volte tenendosi a distanza, si lasciava superare, e quando l'avversario credeva di averlo saltato, da dietro, come un killer gli si gettava a piedi uniti sui polpacci cercando di fargli più male possibile.
Il risultato era certo. L'avversario era stroncato. Quelli che riuscivano a non farsi male rimanevano comunque distrutti psicologicamente.
Mio nipote Giovanni con sua madre - mia sorella - ha adottato inconsapevolmente la seconda.
Proprio alla fine di una lunga dieta grazie alla quale Francesca ha finalmente riacquistato la sua perduta silouette (tre gravidanze sul groppone) ha composto il seguente temino dal titolo:
Descrivo la mia mamma.
Svolgimento:
La mia mamma è bassa e cicciottella.
Ha i capelli lunghi e lisci, gli occhi marroni.
Indossa un maglione blu, pantaloni normali, e ciabatte bordò.


Osservazione cauta della mamma:
"Ma Giova, non è proprio servita a niente la dieta che ha fatto la mamma per tornare magra?"
E lui:
"Ah, è vero!"

Osservazione del fratello maggiore:
" Ma belin, Giova, ma la mamma nel tuo tema sembra una disperata! Ma la dovevi proprio descrivere in ciabatte!"
La sera Giovanni mostra il suo temino (riveduto e corretto) al papà:
Tema:
Descrivo la mia mamma.
Svolgimento:
La mia mamma è bassa e un po' magra.
Ha i capelli lunghi e lisci, gli occhi marroni con le ciglia lunghe.
Indossa un maglione blu, pantaloni normali e scarpe marroni.

Commento della mamma:
DOV'E' UNO SPIGOLOOOOOOOOOOOOOOOOOO!

Gran terzino! ... dico io.

poesia ad Alessandro

14-12-2004

Tu
che ancora arrivi
ma già sei

Sarai seme nelle mie viscere
a radicarti e pungere

Sarai frutta sulle mie labbra
a colorarmi il viso


Ancora non ho il mondo
e tanto meno il modo
che già lo vorrai tuo

E spiegazioni limpide
vorrai

E cercherai di suggere

Ed equilibri stabili
vedrai
o ti parrà di scorgere

Mi vrederai mondo
e mi crederai terra

Ma sarò solo viscere
radicate e punte

E labbra colorate
e un viso

Il mio viso
che poi è tuo

e sarà il tuo.

poesia a Samuele

4-9-2001

A te
i miei passi
di comparsa

Le promesse
e le presenze

Le mani
cui non prescindere
e il fiato

A te la trama
da intrecciare
e tessere

i miei occhi
di poco uomo
gli sguardi antichi
e i guizzi

E le parole di suono
e le parole
di latta
e le discese
di mano tese
e i brividi

E sguardi avanti
attese tarde
e incontri

E la tua vita
e la mia
da inventare
e giocare

E tutto il mondo
e il cielo
da correre
e volare

Ed il tuo odore
figlio mio

A me, il tuo odore.

professione papà

nessuno da piccolo ha mai sognato di fare l'assicuratore.
io per esempio avrei voluto guidare uno spazzaneve.
quando mi ci hanno fatto salire a capodanno del 2003 ho coronato un sogno.
eppure faccio l'assicuratore.

che fascino quelli che fanno quello che hanno sempre sognato.
chissà cosa pensano? chissa come se la godono? non posso crederci.

oggi pensavo: lasciamo perdere che fai l'assicuratore perchè il bisnonno, il prozio, il papà l'hanno fatto e quella furba di mia sorella ha chiarito subito che lei se ne andava e col picchio che avrebbe fatto quel lavoro, lasciamo perdere tutto e cerchiamo di capire davvero per che cosa io sono naturalmente portato.
si vabbè l'architettura, e forse anche le lettere, ma là c'era un sacco di matematica e dall'altra troppo da studiare quindi ciccia.
quello per cui sono portato davvero, che ogni giorno mi accorgo di fare sapendo quello che faccio, avendo un progetto in testa, sviluppando in continuazione idee nuove è il papà.

perciò sono tornato a casa e ho cambiato il titolo del mio blog.
quello prima era da filosofo "un uomo in movimento". ma de chè.
ma l'avete mai letto Heidegger? io purtroppo lo sto facendo e vi assicuro che è come andare a sentire il cabaret in una lingua che non è la tua: ti fai un culo così per capire una parola e poi ti accorgi che era quella meno importante.

io invece sono un papà d.o.c. e su questo ho da dire la mia.

e poi anche se dico cazzate, nessuno mi legge, quindi ...... me la suono e me la canto.

notte.

buonanotte amore

mettendo a letto Samuele - 4 anni

buonanotte amore, fai tanta nanna
si, buonanotte
samu?
si
ti voglio bene
anch'io
io te ne voglio tanto tantissimo
io tanto come il cielo e tutte le finestre

sono felice, ciao amore
ciao

hai "vebuto" !

mia sorella mi ha sempre beccato.
fin da giovani bastava che mi guardasse negli occhi che capiva tutto.
ero innamorato? lo capiva, ero incazzato? se ne accorgeva, stavo facendo qualcosa di nascosto? se la dava.
era così palese che ormai ne facevamo un gioco tra noi per rimarcare l'ottima intesa che avevamo. era un modo per rinsaldare in ogni momento il nostro affetto e per scherzare, che è sempre stato un dolce vizio di famiglia.

aveva coniato anche un modo di dire per comunicarmi che mi aveva scoperto:
eravamo ad una festa, chissà dove e chissà quando, ed io avevo bevucchiato, ma mi scazzava che si capisse. avevo già sulla coscienza una mega sbornia presa a 14 anni che aveva segnato un'epoca nella mia famiglia. mia madre si era incavolata nera ed ero stato super-punito. mia sorella mi ha visto, si è messa a ridere, e puntandomi il dito sul naso mi ha detto "ah ah ah hai bevuto ah ah ah". come al solito mi aveva beccato.
poi con gli anni e chissà secondo quale evoluzione semantica del termine, la frase è diventata "ah ah ah hai vebuto ah ah ah". probabilmente la frase era stata contaminata da qualche altra reminescenza delle nostre scemate infantili.

da quel giorno ogni volta che ho cercato di dissimulare qualunque genere di cosa e lei se n'è accorta mi sono sentito dire "ah ah ah hai vebuto ah ah ah".

ieri dopo appena 4 giorni di blog mi è arrivato un sms con scritto "ti ho beccato! sei rosco-66".
lo so che ha pensato "ah ah ah hai vebuto ah ah ah".

il rudere o la porsche

con l'avvicinarsi dei 40 ho desiderato avere una porsche.
ma con dei distinguo, intendiamoci.
usata, che dà l'impressione di non essere un pappone, di quel modello preciso, che è sempre stato considerato il più particolare, e senza alettoni o optional da tarro tipo il cabrio o altre amenità.
in realtà non avrei avuto il grano per comprarne una nuova, ed il porsche vecchio è da vero pappone e tutte le altre erano baggianate per darsi un tono e truccare la banalità in originalità.
e poi, come dice il mio amico, "la porsche chiama gnocca" e non è più periodo per certe cose, quando si ha moglie e figli ed una bella vita da costruire. (sto diventando ragionevole).
per la gnocca comunque mi considero sempre (con una buona dose di consapevolezza ed umiltà) come uno che sta cercando di smettere, non uno che ha chiuso. E si, perchè la gnocca è come la droga, non puoi mai dire di esserne fuori e il giorno che lo dici la sottovaluti e ci ricaschi (e comunque è meglio ricascare in una gnocca che nella droga).

vabbè dopo aver saccheggiato il sito di Autoscout sognando porsche usate di ogni tipo e prezzo, con chilometraggi mirabilmente abbassati ad arte, e foto che le facevano sembrare nuove fiammanti, in un giorno che ero davvero in contatto con la mia coscienza anzichè che con la mia pochezza ho riesumato (grazie a mio padre che arriva di sempre di soppiatto ma arriva sempre) il vecchio sogno.
il rudere in campagna.
e così dalla reclam del whisky sono placidamente passato a quella del mulino bianco.
ma sarò mai un pò originale!

sono 10 anni che faccio la corte ad un contadino perchè mi venda il rudere dei miei sogni.
l'ho chiamato, e con i soldi di una porsche usata, ho comprato il rudere dove con mia moglie ed i miei figli costruirò la casetta dei miei (solo miei) sogni e dove quelle due lenze dei miei figli andranno a disperdere il seme con le loro prede quando avranno 18 anni, rigorosamente fuori stagione, e dove non vorranno mai venire d'estate perchè la campagna è pallosa.
e così facendo mi sono comprato l'immortalità, la casa che ha comprato papà, che figo! che soddisfazione!.
pensa come mi sarei sentito coglione sulla porsche a fare il cretino e tutti a dire guarda quel pirla sulla porsche vecchia.
e pensa ai miei figli a fraintendere il concetto di uomo vero, pensando che un Uomo sia un pirla su una porsche anzichè uno che pianifica una vita familiare serena.



cazzo che bella frase.


mi stimo.

chiudiamola lì ... va.

la virata

Compiere quarant'anni è come fare una virata di bolina.
stai sempre andando verso la tua meta ma di fatto hai invertito direzione. prima andavi a destra ora vai a sinistra.
prima vivevi sognando una vita futura ora vivi cominciando a dare un'occhiata alla vita passata. Nel solco tracciato da Marina ripa di Meana, un'icona con la quale un italiano dovrebbe sempre confrontarsi per non perdere la retta via, vive quel piccolo tarletto che comincia a porti domande del tipo: ma tu fino ad ora cosa hai combinato?
Li ho sempre odiati i tarli.
Prima vivevo sognando come sarebbe stata la mia vita con due figli, ora comincio a immaginarmi che cosa vedranno i miei figli quando guarderanno la mia vita. Cazzo bisogna correre a fare ordine, come mezz'ora prima che arrivino gli invitati, che se per caso gli vien voglia di vedere "com'è la vostra camera da letto" non è carino che trovino il letto sfatto.
E poi c'è ancora la sensazione che se ti dai una rassettata adesso magari puoi ancora fargliela bere che sei sempre stato così.
Prima la tua vita la guardavano solo mamma e papà che perdonano tutto e accettano il peggio (anche perchè in fondo è sempre colpa loro) adesso sai che la tua vita la guarderanno due adolescenti moralisti e irriverenti pronti a criticare e tranciare giudizi (perchè in fondo è sempre colpa tua) e la cosa ti mette una certa apprensione.

Per la cronaca i due stronzetti adolescenti hanno oggi solo 1 e 4 anni.

Il fatto che io abbia cominciato a mettere in ordine con tutto questo anticipo la dice lunga ...... non c'è solo il letto sfatto....

ho compiuto 40 anni

Ho appena compiuto 40 anni.
niente di strano ci mancherebbe ........ voglio dire non è poi questo momento epocale che possa meritare l'attenzione di tutto il mondo però, come vuole il più scontato dei luoghi comuni, io l'ho "sentito".
I sintomi del presagio-disagio sono stati i più classici. Voglia di comprarmi una Porsche, voglia di fare la maratona di New York, voglia di fare qualcosa di indimenticabile, voglia di dimagrire, voglia di fare un bilancio, voglia di laurearmi, voglia di cambiare lavoro, nessuna voglia di cambiare moglie, voglia di godermi i miei due bambini fino a che son piccoli.
Cazzo .... nemmeno una cosa originale.
Ha un bel sognare mia sorella che crede che io sia una persona speciale, oppure mia madre che mi dice sempre "che figlio che ho fatto" oppure mio padre che dopo aver miticamente accettato che sono tutto diverso da lui ha cullato la speranza che comunque in qualche cosa io sia particolare.
Niente di tutto ciò. Ho vissuto i quarant'anni abbracciando trionfalmente il mazzo dei luoghi comuni e danzando felice nelle mie pochezze. Che orrore.
La cosa trash è che due giorni dopo averli compiuti mi è anche venuta voglia di farmi un blog: sto diventando pure esibizionista, con tutto il carico di ingiustificato egocentrismo che tale pratica si porta dietro.
In fondo è inutile non rilevare che l'ultimo giorno dei miei primi quarant'anni (ma si, citiamo anche Marina Ripa di Meana così sprofondiamo nell'abisso dell'idiozia) è stato il martedì grasso del 2006, quasi come se in un giorno la vita avesse voluto condensare, riassumere e commentare la prima parte della mia esistenza: una enorme pagliacciata.

intro (o meglio rintro)

Sono di fronte ad un bivio, tanto per cambiare: decidere a chi darò l'indirizzo del mio blog.
E certo! perchè se lascio che mi leggano gli n bloggers che capiteranno - non so ancora come, ma soprattutto non comprendo bene il perchè - nel mio blog tutto sarà coperto dall'anonimato, se invece vorrò cedere alla vanità di "invitare" qualcuno a leggermi (svelando il mio indirizzo) beh allora sarà tutto in piazza. In virtù della decisione che prenderò, sceglierò poi il "registro" da usare: il "vuoto il sacco" oppure l' "abbotonato".
Che se andiamo a vedere è un po' una contraddizione avere questo dubbio, perchè non si capisce come mai uno decida di scrivere, quindi comunicare, ma poi tiri indietro lo zampino per non farsi leggere proprio da tutti.
Allora ci sono dei segreti! e magari anche inconfessabili! O forse, visto che si vorrebbe un pubblico restando però anonimi, i segreti sono confessabili a patto che non si conosca a chi si riferiscono, oppure ancora i segreti sono svelabili agli sconosciuti ma non ai conoscenti.
Boh vedremo, la risposta è dentro me stesso ma, come diceva "Quelo", mi sa che è sbagliata.