il fil rouge

tutte le mattine faccio il fil rouge.
mi sembra di vedere Giochi Senza Frontiere di 20 anni fà.
alle 6.30 il piccolo mugugna. vuole un bibe di latte. mi rigiro nel letto sperando che si riaddormenti. quando il mugugno comincia a somigliare ad un urletto mi alzo. rigorosamente a occhi chiusi scendo in cucina, apro il frigo, prendo pentolino, accendo fuoco, apro biberon, aspetto 3 minuti, travaso latte nel bibe, avvito e risalgo. dal baby controllo che sta in cucina, capisco se l'urlo cresce. cresce! mi affretto. scale veloci corridoio, entro in camera, non accendo la luce mi chino e trovo due manine tese che mi aspettano. sono felice.
lo tiro fuori lo "intubo" poi sulla spalla ruttino veloce e di nuovo a nanna.
torno in busta sono le 6.50 ho le chiappe fredde, mia moglie si attacca a scaldarmi, grata.
ore 7.30 il grande mugugna. mi rialzo, lo porto nel lettone. pesa 20 kg. lo infilo fra me e mia moglie e riprovo a dormire. alle 8.00 arriva puntuale la richiesta. papà mi racconti una storia.
mugugno in coma, lui insiste. mi apre gli occhi col dito, mi fa gli scherzetti. lo adoro.
gli tiro qualche morsetto, faccio un pò la lotta. mia cominciano gli urletti. mia moglie si alza, il piccolo si sveglia.
attacca banda.
le operazioni da svolgere sono: colazione, vestizione, accompagnamento asilo, andare in banca, andare in ufficio.
con un sincronismo ormai perfetto mi alterno con mia moglie nelle operazioni per gestire il piccolo e per preparare il grande. tu i denti al piccolo, tu la cacca al grande, ricordati il grembiule, i fermenti lattici al piccolo, cacchio oggi c'è ginnastica l'hai vestito sbagliato, guarda che il piccolo l'ha rifatta e pure molla, fai tu che sto mangiando, dai Samu che è tardi, gioco ancora un attimo, ma amore sono le 9.15 fra poco l'asilo chiude, vabbè mi scelgo un giochino da portare a Michele, attenta che il piccolo sale per le scale, dov'è la mia giacca, a posto, o belin sempre tutto a posto e non trovo niente, Samu chiama l'ascensore che arrivo, ciao amore ci sentiamo al telefono, chiedi alla maestra della gita, tu telefona alla nonna per domani sera, ...... fuori, finalmente fuori.
moto, casco per tutti e due, asilo. Ciao bambini è arrivato Samuele, due battute a tutti, due parole con la maestra, moto, banca, ufficio. Salgo sull'ascensore dell'ufficio, mi guardo allo specchio. Cazzo non ho fatto la barba, e non mi sono pettinato e soprattutto sono le 10. Mio nonno arrivava qui alle 8 e si faceva un mazzo così.
io invece qui ci vengo per riposarmi.... tempi moderni!

la vale anni 70

chiariamolo subito. la vale da piccola era una rompiballe.
la sua frase ricorrente, per me che la incontravo solo a sciare, era: Anche io sono grande.
La situazione era la seguente: due case porta a porta, quattro cugini: io e mia sorella, la vale e suo fratello. loro con i genitori noi con i nonni.
un po' per cultura familiare, un po' perchè marcati dalla grintosissima mamma della vale (che da adesso chiamerò GRINTA, sorella del mansueto ZIO GIORGIO), loro erano meno liberi di noi.
noi potevamo uscire da soli, uscire la sera nella sala giochi del palazzo, ma soprattutto impazzavamo per le piste da sci come dei furetti.
GRINTA si fidava a lasciare venire il fratello della vale, ma era titubante a lasciare libera la piccola rompicoglioni. "no tu non vai perchè sei piccola". e giù piagnistei. che poi quando veniva non rompeva tanto, era solo un po' lenta e paurosa, e poi ormai aveva il complesso che noi facessimo cose "da grandi" difficili per lei.
GRINTA in quello non era stata una fine psicologa. (E infatti guarda come l'ha ridotta.... fotografata e contenta a pagina 58 dell'ultimo Grazia. Io Grazia credevo si leggesse solo dal parrucchiere invece l'ho trovato in Edicola. Pazzesco).

Mettici poi che io e il fratello (lui è tutt'ora il mio migliore amico oltre che mio cugino) era meglio lasciarci liberi piuttosto che sopportarci in casa, insomma la dolce Vale era sempre un po' in disparte, la più piccola della combriccola.
Poi un giorno le sono cresciute le tette. Vabbè allora tutto è cambiato. Cugina con tette conosce donne con altrettante tette (qualche volta anche un pò zoccole - Bnz Tr....!!!), magari rimorchia pure un fidanzato che se la sopporta .... etc etc.

Non so se sono state le tette (che poi saranno una terza non di più) o la proverbiale vena umoristica che ha ereditato da Grinta e da Tiger (suo padre) - (la coppia viene chiamata Vecchia Brianza) - la Vale è diventata un fiorellino desiderato da tutti e anche da noi.
Ciao CUGI.

sei un poeta!?

la nonna Gina, anni 93, ha letto le mie poesie per i miei figli.

ma Federico, ... ma tu sei un poeta!

No Nonna, scrivo andando spesso a capo.
E' diverso.

buonanotte amore 2

buonanotte amore fai tanta nanna
buonanotte
samu?
eh?
ti voglio bene.
si lo so.

cappuccetto rosso

Mettendo a letto Samuele 4 anni e mezzo a metà della favola di cappuccetto rosso:

papà ti dico un segreto
dimmi tesoro
sussurrando con le labbrine umide appoggiate sul mio orecchio: il lupo era uno stronzo
io riesco a sorridere senza esplodere e gli chiedo fingendo un profondo interesse: ma chi te l'ha detto?
il nonno Carlo .... ma è un segreto.

figata

Samuele 4 anni e mezzo.

S:papà guarda questo adesivo dei Power Rangers
io: è fosforescente! che figata!
S: papà figata è una parolaccia?
io: no però non si può dire all'asilo
s: e con i nonni?
io: con i nonni si

S: mamma guarda questo adesivo fosforescente
mia moglie: che bello amore !
s: è una figata, figa delle fighe!

io: amore quelle invece sono parolacce, e non si dicono nemmeno ai nonni.

il campanaro

eppure già lo avevo imparato col primo figlio.
mai farsi la barba nudi.
eh sì perchè quando ti fai la barba, sei in um momento di grande vulnerabilità. Non hai difese.
Intanto hai le mani occupate. in una hai il pennello e nell'altra hai o la scatoletta del sapone oppure non hai niente ma stai tirandoti la pelle del viso per cercare di non sgozzarti con la lametta, quindi sei tutto sporco dia sapone.
Per di più io ho l'abitudine di mettere un piede su un gradino sotto il lavandino e di sporgermi verso lo specchio così da essere ben vicino e poter vederci bene.
Quindi non ho neppure tanto equilibrio.

stamattina, nel momento del massimo sforzo e concentrazione, quando con un polso sulla fronte cercavo di tirare in su la pelle della guancia per spianare la ruga a fianco della bocca, mio figlio Alessandro, anni 1 e qualche mese si è riscoperto campanaro e scorto fra le mie gambe qualcosa che gli sarà sembrato fatto per essere tirato, ci si è appeso con due mani e ha tirato forte.

vorrai mica gridare al piccolo, che poi si spaventa, mi sono detto in un picosecondo. allora con una finta risata mi sono ritratto. ma lui povero cucciolo ha ancora un equilibrio instabile e per non cadere è rimasto saldamente attaccato.

era un po' di giorni che non gli tagliavamo le unghie.

descrivi la mamma

Claudio Gentile era un bastardo. Ma si dai Claudio Gentile, terzino della Nazionale Campione del Mondo 1982 (che se penso che ho due figli maschi che non hanno mai "vinto" un mondiale mi sembra che non possano crescere bene).
Vabbè questo Claudio Gentile usava le seguenti tecniche per annullare i suoi avversari.
O la stecca al primo intervento, un calcione nel ginocchio al primo minuto di gioco, oppure - ancora più subdolamente - si lasciava scartare una o due volte tenendosi a distanza, si lasciava superare, e quando l'avversario credeva di averlo saltato, da dietro, come un killer gli si gettava a piedi uniti sui polpacci cercando di fargli più male possibile.
Il risultato era certo. L'avversario era stroncato. Quelli che riuscivano a non farsi male rimanevano comunque distrutti psicologicamente.
Mio nipote Giovanni con sua madre - mia sorella - ha adottato inconsapevolmente la seconda.
Proprio alla fine di una lunga dieta grazie alla quale Francesca ha finalmente riacquistato la sua perduta silouette (tre gravidanze sul groppone) ha composto il seguente temino dal titolo:
Descrivo la mia mamma.
Svolgimento:
La mia mamma è bassa e cicciottella.
Ha i capelli lunghi e lisci, gli occhi marroni.
Indossa un maglione blu, pantaloni normali, e ciabatte bordò.


Osservazione cauta della mamma:
"Ma Giova, non è proprio servita a niente la dieta che ha fatto la mamma per tornare magra?"
E lui:
"Ah, è vero!"

Osservazione del fratello maggiore:
" Ma belin, Giova, ma la mamma nel tuo tema sembra una disperata! Ma la dovevi proprio descrivere in ciabatte!"
La sera Giovanni mostra il suo temino (riveduto e corretto) al papà:
Tema:
Descrivo la mia mamma.
Svolgimento:
La mia mamma è bassa e un po' magra.
Ha i capelli lunghi e lisci, gli occhi marroni con le ciglia lunghe.
Indossa un maglione blu, pantaloni normali e scarpe marroni.

Commento della mamma:
DOV'E' UNO SPIGOLOOOOOOOOOOOOOOOOOO!

Gran terzino! ... dico io.

poesia ad Alessandro

14-12-2004

Tu
che ancora arrivi
ma già sei

Sarai seme nelle mie viscere
a radicarti e pungere

Sarai frutta sulle mie labbra
a colorarmi il viso


Ancora non ho il mondo
e tanto meno il modo
che già lo vorrai tuo

E spiegazioni limpide
vorrai

E cercherai di suggere

Ed equilibri stabili
vedrai
o ti parrà di scorgere

Mi vrederai mondo
e mi crederai terra

Ma sarò solo viscere
radicate e punte

E labbra colorate
e un viso

Il mio viso
che poi è tuo

e sarà il tuo.

poesia a Samuele

4-9-2001

A te
i miei passi
di comparsa

Le promesse
e le presenze

Le mani
cui non prescindere
e il fiato

A te la trama
da intrecciare
e tessere

i miei occhi
di poco uomo
gli sguardi antichi
e i guizzi

E le parole di suono
e le parole
di latta
e le discese
di mano tese
e i brividi

E sguardi avanti
attese tarde
e incontri

E la tua vita
e la mia
da inventare
e giocare

E tutto il mondo
e il cielo
da correre
e volare

Ed il tuo odore
figlio mio

A me, il tuo odore.

professione papà

nessuno da piccolo ha mai sognato di fare l'assicuratore.
io per esempio avrei voluto guidare uno spazzaneve.
quando mi ci hanno fatto salire a capodanno del 2003 ho coronato un sogno.
eppure faccio l'assicuratore.

che fascino quelli che fanno quello che hanno sempre sognato.
chissà cosa pensano? chissa come se la godono? non posso crederci.

oggi pensavo: lasciamo perdere che fai l'assicuratore perchè il bisnonno, il prozio, il papà l'hanno fatto e quella furba di mia sorella ha chiarito subito che lei se ne andava e col picchio che avrebbe fatto quel lavoro, lasciamo perdere tutto e cerchiamo di capire davvero per che cosa io sono naturalmente portato.
si vabbè l'architettura, e forse anche le lettere, ma là c'era un sacco di matematica e dall'altra troppo da studiare quindi ciccia.
quello per cui sono portato davvero, che ogni giorno mi accorgo di fare sapendo quello che faccio, avendo un progetto in testa, sviluppando in continuazione idee nuove è il papà.

perciò sono tornato a casa e ho cambiato il titolo del mio blog.
quello prima era da filosofo "un uomo in movimento". ma de chè.
ma l'avete mai letto Heidegger? io purtroppo lo sto facendo e vi assicuro che è come andare a sentire il cabaret in una lingua che non è la tua: ti fai un culo così per capire una parola e poi ti accorgi che era quella meno importante.

io invece sono un papà d.o.c. e su questo ho da dire la mia.

e poi anche se dico cazzate, nessuno mi legge, quindi ...... me la suono e me la canto.

notte.

buonanotte amore

mettendo a letto Samuele - 4 anni

buonanotte amore, fai tanta nanna
si, buonanotte
samu?
si
ti voglio bene
anch'io
io te ne voglio tanto tantissimo
io tanto come il cielo e tutte le finestre

sono felice, ciao amore
ciao

hai "vebuto" !

mia sorella mi ha sempre beccato.
fin da giovani bastava che mi guardasse negli occhi che capiva tutto.
ero innamorato? lo capiva, ero incazzato? se ne accorgeva, stavo facendo qualcosa di nascosto? se la dava.
era così palese che ormai ne facevamo un gioco tra noi per rimarcare l'ottima intesa che avevamo. era un modo per rinsaldare in ogni momento il nostro affetto e per scherzare, che è sempre stato un dolce vizio di famiglia.

aveva coniato anche un modo di dire per comunicarmi che mi aveva scoperto:
eravamo ad una festa, chissà dove e chissà quando, ed io avevo bevucchiato, ma mi scazzava che si capisse. avevo già sulla coscienza una mega sbornia presa a 14 anni che aveva segnato un'epoca nella mia famiglia. mia madre si era incavolata nera ed ero stato super-punito. mia sorella mi ha visto, si è messa a ridere, e puntandomi il dito sul naso mi ha detto "ah ah ah hai bevuto ah ah ah". come al solito mi aveva beccato.
poi con gli anni e chissà secondo quale evoluzione semantica del termine, la frase è diventata "ah ah ah hai vebuto ah ah ah". probabilmente la frase era stata contaminata da qualche altra reminescenza delle nostre scemate infantili.

da quel giorno ogni volta che ho cercato di dissimulare qualunque genere di cosa e lei se n'è accorta mi sono sentito dire "ah ah ah hai vebuto ah ah ah".

ieri dopo appena 4 giorni di blog mi è arrivato un sms con scritto "ti ho beccato! sei rosco-66".
lo so che ha pensato "ah ah ah hai vebuto ah ah ah".

il rudere o la porsche

con l'avvicinarsi dei 40 ho desiderato avere una porsche.
ma con dei distinguo, intendiamoci.
usata, che dà l'impressione di non essere un pappone, di quel modello preciso, che è sempre stato considerato il più particolare, e senza alettoni o optional da tarro tipo il cabrio o altre amenità.
in realtà non avrei avuto il grano per comprarne una nuova, ed il porsche vecchio è da vero pappone e tutte le altre erano baggianate per darsi un tono e truccare la banalità in originalità.
e poi, come dice il mio amico, "la porsche chiama gnocca" e non è più periodo per certe cose, quando si ha moglie e figli ed una bella vita da costruire. (sto diventando ragionevole).
per la gnocca comunque mi considero sempre (con una buona dose di consapevolezza ed umiltà) come uno che sta cercando di smettere, non uno che ha chiuso. E si, perchè la gnocca è come la droga, non puoi mai dire di esserne fuori e il giorno che lo dici la sottovaluti e ci ricaschi (e comunque è meglio ricascare in una gnocca che nella droga).

vabbè dopo aver saccheggiato il sito di Autoscout sognando porsche usate di ogni tipo e prezzo, con chilometraggi mirabilmente abbassati ad arte, e foto che le facevano sembrare nuove fiammanti, in un giorno che ero davvero in contatto con la mia coscienza anzichè che con la mia pochezza ho riesumato (grazie a mio padre che arriva di sempre di soppiatto ma arriva sempre) il vecchio sogno.
il rudere in campagna.
e così dalla reclam del whisky sono placidamente passato a quella del mulino bianco.
ma sarò mai un pò originale!

sono 10 anni che faccio la corte ad un contadino perchè mi venda il rudere dei miei sogni.
l'ho chiamato, e con i soldi di una porsche usata, ho comprato il rudere dove con mia moglie ed i miei figli costruirò la casetta dei miei (solo miei) sogni e dove quelle due lenze dei miei figli andranno a disperdere il seme con le loro prede quando avranno 18 anni, rigorosamente fuori stagione, e dove non vorranno mai venire d'estate perchè la campagna è pallosa.
e così facendo mi sono comprato l'immortalità, la casa che ha comprato papà, che figo! che soddisfazione!.
pensa come mi sarei sentito coglione sulla porsche a fare il cretino e tutti a dire guarda quel pirla sulla porsche vecchia.
e pensa ai miei figli a fraintendere il concetto di uomo vero, pensando che un Uomo sia un pirla su una porsche anzichè uno che pianifica una vita familiare serena.



cazzo che bella frase.


mi stimo.

chiudiamola lì ... va.

la virata

Compiere quarant'anni è come fare una virata di bolina.
stai sempre andando verso la tua meta ma di fatto hai invertito direzione. prima andavi a destra ora vai a sinistra.
prima vivevi sognando una vita futura ora vivi cominciando a dare un'occhiata alla vita passata. Nel solco tracciato da Marina ripa di Meana, un'icona con la quale un italiano dovrebbe sempre confrontarsi per non perdere la retta via, vive quel piccolo tarletto che comincia a porti domande del tipo: ma tu fino ad ora cosa hai combinato?
Li ho sempre odiati i tarli.
Prima vivevo sognando come sarebbe stata la mia vita con due figli, ora comincio a immaginarmi che cosa vedranno i miei figli quando guarderanno la mia vita. Cazzo bisogna correre a fare ordine, come mezz'ora prima che arrivino gli invitati, che se per caso gli vien voglia di vedere "com'è la vostra camera da letto" non è carino che trovino il letto sfatto.
E poi c'è ancora la sensazione che se ti dai una rassettata adesso magari puoi ancora fargliela bere che sei sempre stato così.
Prima la tua vita la guardavano solo mamma e papà che perdonano tutto e accettano il peggio (anche perchè in fondo è sempre colpa loro) adesso sai che la tua vita la guarderanno due adolescenti moralisti e irriverenti pronti a criticare e tranciare giudizi (perchè in fondo è sempre colpa tua) e la cosa ti mette una certa apprensione.

Per la cronaca i due stronzetti adolescenti hanno oggi solo 1 e 4 anni.

Il fatto che io abbia cominciato a mettere in ordine con tutto questo anticipo la dice lunga ...... non c'è solo il letto sfatto....

ho compiuto 40 anni

Ho appena compiuto 40 anni.
niente di strano ci mancherebbe ........ voglio dire non è poi questo momento epocale che possa meritare l'attenzione di tutto il mondo però, come vuole il più scontato dei luoghi comuni, io l'ho "sentito".
I sintomi del presagio-disagio sono stati i più classici. Voglia di comprarmi una Porsche, voglia di fare la maratona di New York, voglia di fare qualcosa di indimenticabile, voglia di dimagrire, voglia di fare un bilancio, voglia di laurearmi, voglia di cambiare lavoro, nessuna voglia di cambiare moglie, voglia di godermi i miei due bambini fino a che son piccoli.
Cazzo .... nemmeno una cosa originale.
Ha un bel sognare mia sorella che crede che io sia una persona speciale, oppure mia madre che mi dice sempre "che figlio che ho fatto" oppure mio padre che dopo aver miticamente accettato che sono tutto diverso da lui ha cullato la speranza che comunque in qualche cosa io sia particolare.
Niente di tutto ciò. Ho vissuto i quarant'anni abbracciando trionfalmente il mazzo dei luoghi comuni e danzando felice nelle mie pochezze. Che orrore.
La cosa trash è che due giorni dopo averli compiuti mi è anche venuta voglia di farmi un blog: sto diventando pure esibizionista, con tutto il carico di ingiustificato egocentrismo che tale pratica si porta dietro.
In fondo è inutile non rilevare che l'ultimo giorno dei miei primi quarant'anni (ma si, citiamo anche Marina Ripa di Meana così sprofondiamo nell'abisso dell'idiozia) è stato il martedì grasso del 2006, quasi come se in un giorno la vita avesse voluto condensare, riassumere e commentare la prima parte della mia esistenza: una enorme pagliacciata.

intro (o meglio rintro)

Sono di fronte ad un bivio, tanto per cambiare: decidere a chi darò l'indirizzo del mio blog.
E certo! perchè se lascio che mi leggano gli n bloggers che capiteranno - non so ancora come, ma soprattutto non comprendo bene il perchè - nel mio blog tutto sarà coperto dall'anonimato, se invece vorrò cedere alla vanità di "invitare" qualcuno a leggermi (svelando il mio indirizzo) beh allora sarà tutto in piazza. In virtù della decisione che prenderò, sceglierò poi il "registro" da usare: il "vuoto il sacco" oppure l' "abbotonato".
Che se andiamo a vedere è un po' una contraddizione avere questo dubbio, perchè non si capisce come mai uno decida di scrivere, quindi comunicare, ma poi tiri indietro lo zampino per non farsi leggere proprio da tutti.
Allora ci sono dei segreti! e magari anche inconfessabili! O forse, visto che si vorrebbe un pubblico restando però anonimi, i segreti sono confessabili a patto che non si conosca a chi si riferiscono, oppure ancora i segreti sono svelabili agli sconosciuti ma non ai conoscenti.
Boh vedremo, la risposta è dentro me stesso ma, come diceva "Quelo", mi sa che è sbagliata.