Per il Rugby ci vuole il fisico


Coronando il sogno della mia vita di genitore di tre maschi (11,8,2) l'altro giorno ho varcato la porta della Decathlon e ho pronunciato la seguente frase: "Scusi, la roba da rugby per bambini dov'è?".
Io non so quante volte ero passato davanti a quegli scaffali provando un profondo senso di invidia. Invidia in tutti i sensi: intanto perchè la roba da rugby è infinitamente più bella di quella da calcio, poi perchè vedendo certe divise elasticizzate e rinforzate ho sempre pensato che per potersele mettere senza sembrare dei camionisti a fine carriera, bisognasse avere un fisico bestiale, e i rugbysti hanno un fisico bestiale, ma soprattutto perchè il rugby è sempre stato il mio sogno in termini di educazione sportiva, di valori trasmessi ai ragazzi, di eccellenza in tutta la filosofia che l'intero movimento propone e sostiene.
Ora che mio figlio Alessandro (8), dopo una semplice lezione di prova, ha sentenziato che vuole iscriversi al CUS Genova Rugby, non me la voglio perdere l'occasione di entrare in questo mondo e quindi tutti i mezzucci da padre rinforzante sono scattati.
"Amore, non ti servirà mica un caschetto e un paradenti per la prossima lezione? Facciamo mica un salto da DECATHLONNNNNNNNNNNNNNNNNNNN?" (parola magica da enfatizzare sempre).
"Si papiiiiiiiiiiiii, e mi servono anche le scarpe, le calze e anche una maglietta".
"No, calma, le scarpe sono quelle da calcio e la roba per ora va bene quella che hai, comunque andiamo".

L'inserviente è gentile, anzi gentilissimo e io - ormai intrippato - penso già che sia merito del rugby, che il rugbysta è educato quindi ben voluto, il calciatore invece è maleducato quindi gli avrebbero risposto "guardi un po' là, si scelga la roba da solo".
Lui invece ci accompagna, poi prende un caschetto della misura giusta, lo spacchetta, lo prova ad Ale, il quale - come se fosse stato toccato dalla corona magica - comincia a dimenarsi facendo smorfie da mischia e simulando la carica.
"Per i paradenti invece abbiamo questi, si mettono in acqua calda e poi si mordono, lo vuole rosso o nero?"
Io faccio in tempo a girarmi per porre la domanda a mio figlio, quand'ecco che un autotreno da 440 qli, o forse una ruspa, ma no ... forse il Freccia Rossa lanciato a tutta velocità mi ha travolto colpendomi fortissimo alla bocca dello stomaco. Dell'urto ricordo solo l'immagine del caschetto calzato dal solerte inserviente a quel cinghiale neozelandese di mio figlio, che mi veniva incontro all'altezza della pancia. Ricordo anche di aver implorato invano ai miei addominali di contrarsi e di aver avuto la risposta che si ha quando si richiama una ex fidanzata dopo un anno e mezzo che non ci si fa vivi:  no secco.

Per il colpo ricevuto sono sbiancato e - forse per compensazione o forse perchè pensavo agli All Blacks - con un filo di voce ho detto all'inserviente. "Me lo dia neroooooooooooo".

Ecco, io sono felicissimo che mio figlio si stia innamorando del Rugby, ma ho la netta sensazione di non avere il fisico.

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

ci riprovo

Anonimo ha detto...

ecco....dicevo..

io invece ero convinta che il rugby fosse uno sport...."violento"...
leggendo i tuoi futuri racconti capirò cosa intendi!