una lustratina

Sono a tavola, finalmente a casa dopo una giornata fuori. Fuori da casa, fuori dalla famiglia, a volte anche fuori da me. Vabbè, lasciamo stare.
finalmente a casa, di nuovo “dentro”. Dentro a tutto, soprattutto dentro me…… Ho detto che lasciavo stare. Vabbè.
Siamo a tavola, Samu è un uragano di parole, risate, ruvidità nuove, imparate chissà da chi, chissà dove. Usa toni non suoi, non nostri, parole esagerate, smorfie un po’ maleducate, gesti bruschi, un po’ aggressivi. E’ come se fosse sporco. Se il suo corpo ha bisogno tutti i giorni di una doccia perché si è rotolato in mezzo a banchi, pavimenti, giardini, la sua testolina ogni giorno ha bisogno di una “lustratina” correttiva.
Mi si rivolge con fare strafottente, risponde male a una mia richiesta, fa un mugugno di insofferenza quando gli dico di andare lui a prendere l’acqua.
Campanello d’allarme.
Alt. Fermi tutti.
Lo guardo, fisso, lui prova a ridacchiare.
Lo continuo a guardare finchè non capisce. Si ammutolisce, abbassa un po’ gli occhi, mi sussurra “che c’è?”.
C’è che questo modo di fare non va bene, Samu, se è così che vi parlate a scuola con i tuoi amici a me non interessa. Così non si parla a un grande. Io non sono un tuo amico, ti è chiaro questo concetto?.
Attimo di silenzio, occhi suoi ancora più bassi.
Io lo fisso intensamente, serio e risoluto, e mentre lo faccio ripenso a quello che ho detto. “io non sono un tuo amico”.
Mi si chiude lo stomaco, rimango ancora zitto e ancora gli tengo lo sguardo piantato addosso.
Stiamo elaborando tutti e due questo nuovo concetto che ha fatto irruzione nel nostro rapporto.
Io taccio ancora. Non c’è nulla di più efficace di un bel silenzio dopo una frase incisiva. E poi non avrei fiato per dire altro, sono troppo impegnato a trattenere il panico e la vertigine di sapere di avere fatto la cosa giusta ma di avere dentro, malgrado tutto, una parte di me che si strugge al pensiero di aver dovuto ferire così seccamente quel fiorellino tenero che Samu ha al posto del cuore. Ma si che sono tuo amico, amore mio, ti amo, ti adoro, sei la mia vita …. vorrei dirgli.

Gli occhi fermi su di lui, la mia mente corre affannosamente a scartabellare in tutti i libri di psicologia dello sviluppo, le lezioni di pedagogia generale, le riflessioni e le certezze che mi sono costruito in anni di esperienza e di studio per arrivare all’istintiva certezza che in quel momento era giusto fare così.
Gli occhi fermi e sicuri su di lui e dentro di me una voce implorante che chiede a chissà chi “ho fatto giusto vero???”.

Educare è avere il coraggio di arrecare la “ferita” nell’amor proprio dei propri figli, ed è attorno alla fatica necessaria a cicatrizzare questa ferita che si costruirà una personalità forte e sicura di se. Caz** l’ho scritto sulla tesi!!!.

Io non mi sento “amico” dei miei figli. Mi sento molto di più. Io devo indicar loro la strada, devo dar loro spiegazioni sui significati della vita, devo insegnar loro il mondo, devo essere per loro “il mondo”, devo essere la loro base sicura da cui partire, la loro isola su cui poter approdare e contare, devo essere il guardiano instancabile che non smette mai di vigilare e correggere.

Ho ancora gli occhi su di lui, raccolgo le forze e riesco a trovare ancora un po’ di tono per dire severamente: “che bambino vuoi diventare?”.

Passano due minuti di silenzio. Mangiamo, distrattamente. Fa un sorrisino, versa l’acqua al suo fratellino. E’ di nuovo lui. La mia mano corre a toccarlo, accarezzarlo, a far pace. Lui struscia la sua capoccetta bionda sulla mia mano.
Ci vogliamo ancora bene, e siamo cresciuti un po' tutti e due.

21 commenti:

Gianluca ha detto...

Prova superata!
Domani ce ne sarà un'altra ...
:-)

Anonimo ha detto...

Accidenti!! Che papà attento sensibile e profondo : soprattutto un papà che si pone domande,ha dei dubbi, non si sente sempre e comunque nel giusto .
Ciao, Rosco : è la prima volta che ti leggo, ne vale la pena.
Giusi

Anonimo ha detto...

Non sai quanta paura mi fanno queste cose, paura di non essere all'altezza, paura di non avere la forza di resistere mentre gli spuntano le lacrime......non posso far altro che provarci. :-)

Anonimo ha detto...

mi fai lo stesso effetto di tua cugina, vengo qui , leggo le tue parole e mi vengono le lacrime.

fux ha detto...

.. infatti sei il suo papà.
Bravo.

marge ha detto...

Si........hai fatto giusto.....
Il tempo te ne darà atto

Anonimo ha detto...

proprio così... impara che in situazioni diverse ci si comporta di conseguenza. rassicuralo che sei più di un amico

movida69 ha detto...

già.

avanti un'altra.

che fatica.

un abbraccio come sempre... emozionato.

Anonimo ha detto...

Devi essere proprio un papà fantastico!
Un abbraccione e, se non ci sentiamo prima, un felicissimo Natale a te e a tutti i tuoi cari

Anonimo ha detto...

é una consolazione leggere che i dubbi vengono anche a chi ha "studiato" nel campo (così almeno s'intuisce). E' davvero faticoso e doloroso "mettere i paletti". Ma quando arrivano a 20 anni e dopo aver attraversato l'uragano adolescenza, i risulati s'iniziano a vedere.E l'amore s'è rafforzato.
Bassaidaj

Gallinavecchia ha detto...

Che emozione le tue parole. E che gran conforto capire che questo duro mestiere del genitore a volte è difficile anche per gli altri. Mi sono sentita meno sola.
Grazie.

Anonimo ha detto...

seguirò il tuo esempio.

la mia seienne è un po' che fa così, seguita a ruota dal quattrenne maestro di emulazione.

per ora la mia risposta sono stati urlacci, e cose assurde tipo "a tavola non ci si comporta così". niente di efficace. tutta roba inutile e frustrante sulle risposte che riesco a tirare fuori.

grazie.

citroglicerina ha detto...

caro papà, hai visto il nostro sito per questo nuovo progetto tv e community video
www.mammenellarete.it
aspettiamo te e la tua consorte e famigliola, guarda il nostro blog
(a destra sul sito o su http://blog.mammenellarete.it/)in cui scrivono anche mamme e papà...aspettiamo proprio te o altri papà blogger...

un caro saluto
betta
redazione mammenellarete@theblogtv.it
0697848159

Anonimo ha detto...

Caspita, mi son venuti i lacrimoni...
Buon Anno,
Nina

tartablu ha detto...

Si, hai fatto centro, tranquillo...
Cmq leggerti mi fa sempre bene...

MOMOZ ha detto...

Ciao,anch'io, al femminile,provo le stesse cose quando devo, per necessità,sgridare i miei due marmocchietti,è difficile mantenere uno sguardo severo quando invece vorresti prenderli fra le tue braccia e consolare il loro pianto quasi disperato...ed invece per il loro bene devi star li dritta davanti a loro e resistere alle loro lacrime....è veramente dura!!

Mammamsterdam ha detto...

A me invece una volta che era arrabbiato per una proibizione ha detto la cosa che si dice con i suoi amici: 'se non me lo fai fare, non sei più mia amica'.

'ma io non sono tua amica, io sono tua mamma'.

Mentivo, sono anche la sua amica grande.

Alessandra Farabegoli ha detto...

:-)

Per quanto sia faticoso/doloroso farlo sul momento, è sempre meno faticoso/doloroso che sopportare le conseguenze di non averlo fatto.

Anonimo ha detto...

meraviglioso anche questo.

che poi, se rileggo e ci penso bene, nel mio piccolo me la cavicchio anch'io.
per ora.

fiuuu.

Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...
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