trent'anni di danni

Diciamocelo chiaro, se ognuno di noi mettesse insieme tutto quello che ha visto succedere, che ha sentito raccontare o che ha personalmente pensato di mettere in atto (o addirittura attuato) in tema di separazione, verrebbe fuori la migliore telenovela del secolo. E questa sconfinata cultura spesso trasuda da ogni nostra parola, da tutti i gesti ed i commenti quotidiani che facciamo. A volte invece, questo enorme bagaglio rimane sopito sotto la coltre, sembra quasi di essere in presenza di un ingenuotto, di un puro, di uno che crede ancora nelle favole, ma poi basta che l'amicio, il fratello, il vicino di casa si separi che ecco spuntare il mostro che è in lui, il "cattivo consigliere".
Fagli questa ritorsione, parlagli solo tramite raccomandata, non fargli più vedere i bambini, dichiara di non guadagnare niente, fatti licenziare e riassumere in nero, denuncialo per pedofilia, falla pedinare, controlla il cellulare, fai capire ai tuoi figli che tipo di madre hanno, dì loro che loro padre se ne frega di loro....
Mi fermo ma potrei continuare per ore.

Nell'era del "sacro divorzio" post anni 70, ci siamo cimentati nella nobile arte del divorzio, arte nella quale al centro del palcoscenico ci stanno due ex coniugi che hanno una gran voglia di sconfiggersi. Eh si, perchè il sistema ha deciso che va premiato chi vince - e che quindi assume il titolo di "genitore idoneo" - mentre il perdente sarà accantonato con il titolo di "individuo non idoneo alla genitorialità ma idoneo al sostentamento economico". E' un dato conosciuto che il 93% dei divorzi hanno visto affidare i figli alle madri. (Oggi c'è una nuova legge, per fortuna, che ha introdotto maggiore equilibrio).

L'errore sociale che abbiamo commesso non sta nell'assegnazione dell'affido (quello è l'effetto), ma nel concetto errato di mettere al centro del palcoscenico delle vicende di divorzio i coniugi; è questa la causa!.
Mettendo al centro del divorzio i coniugi in contrapposizione frontale, si è insaturata la logica del vincitore/vinto. E' questa errata prospettiva che ha fatto nascere la figura del genitore idoneo (affidatario) e quella del genitore non idoneo (pagatore-visitatore sporadico).

Abbiamo fatto una trentina d'anni di danni (che è anche un bello scioglilingua) per poi accorgerci che ci eravamo dimenticati i figli. Come quelli che si dimenticano la moglie all'autgrill e poi quando a sera tornano a prenderla si sorprendono perchè è un po' incazzata.
Siamo dei fenomeni. Vabbè.

Ed eccoci qui adesso a dover cominciare da zero, o quasi, a farci una nuova cultura. Non più quella della lite, della distruzione dell'avversario, del suo annientamento, ma della distinzione fra genitorialità e rapporto di coppia. perchè due persone hanno tutto il diritto di non amarsi più e di mettere fine ad un rapporto di coppia, ma questo non toglie loro la responsabilità che loro hanno nei confronti dei figli, della loro formazione di persone con un universo affettivo e relazionale da salvaguardare integralmente.
Ma se allora si vuole cominciare a farsi una cultura di cosa voglia dire per la formazione di un bimbo, l'integrità del suo universo affettivo e relazionale, ci si accorge subito che questo universo è fatto di rapporti frequenti, liberi e significativi con ambedue i genitori ed i loro rispettivi nuclei.
Se ci si accorge di questo allora forse si comincia a evitare o condannare ogni gesto che possa allontanare o screditare il partner dal quale ci si sta separando agli occhi dei figli, perchè così facendo non si ferisce lui ma l'universo affettivo dei figli. Si comincia allora a dover attuare delle strategie di lite e conflitto (sacrosanto intendiamoci) che si limitino alle vicende di coppia e tengano immuni il più possibile i figli. Si comincia a mettere al centro del palcoscenico i figli anzichè la coppia che si divorzia.
Allora forse avremo genitori separandi che si preoccupano di non distruggere l'immagine dell'ex-partner, parenti e amici che smettono di consigliare e aizzare l'amico affinchè sbaragli "l'avversario" come se si fosse a tifare per il Milan, avvocati che si parleranno fra loro per impostare vertenze esclusivamente economiche lasciando ai Mediatori Famigliari il compito di riorganizzare le relazioni famigliari, avremo giudici che utilizzeranno con equilibrio la nuova ottima legge sull'affido condiviso.
E poi forse fra qualche generazione, avremo genitori che insegneranno ai loro bambini coma diavolo si fa a fare i mariti e le mogli in questo mondo che è cambiato tantissimo e non può più vivere con gli schemi ed i modelli che hanno funzionato per due secoli e mezzo ma ora vanno modificati.

dopodichè cari mariti, segate pure i tacchi alle scarpe della moglie, e care mogli, rigate pure tutte le fiancate dell'auto del marito, ma giù le mani (e le parole) dai vostri bimbi.

9 commenti:

Laura ha detto...

La mia risposta era troppo lunga.
Ho scritto qui!
http://provoafareunblog.blogspot.com/2007/11/trentasei-anni-di-intelligenza.html

Un abbraccio.

Anonimo ha detto...

Gran bel post, davvero :)

FEDERICO GHIGLIONE ha detto...

laura ho letto il tuo post. molto bello.
preciso che i trent'anni di danni sono quelli fatti dagli anni 70 ad oggi dalla società in generale.
sembra che la tua e la mia famiglia siano state due felici ed intelligenti eccezioni.

rosco

p.s. per lavale: ma allora mi leggi!!!

Anonimo ha detto...

Mi associo: gran bel post.

OT: hai pensato di aggiungere una sezione tipo "cenni di alimentazione" nel tuo corso per papà, magari per i papà di bambini da svezzare? Mi sto accorgendo che c'è molta ignoranza in questo campo, anche tra le mamme. Mignolo è abilitato all'insegnamento di Scienza dell'Alimentazione e si è aggiornato in occasione dello svezzamento di Amelia, potrebbe darti una mano a stendere i contenuti.

unodinoi ha detto...

Bel post, complimenti.
Senti...stò tentando (con scarso successo) di creare una community di papà per discutere di paternità e dintorni.
Ti va di darmi una mano? La trovi qui: www.padrimoderni.it.
Fammi sapere, Ciao.

Anonimo ha detto...

Oggi sono una madre, ma sono anche una figlia che sta cercando di smaltire psicologicamente ancora i postumi della separazione dei propri genitori.
Ho assistito a litigi feroci, ho visto mia madre distrutta dai suoi problemi coniugali e di salute, noi (siamo in 3 fratelli) sempre chiusi nella nostra camera, con le dita sulle orecchie per non sentire, al buio per non vedere e pensavamo a quanto fossero fortunati i nostri amici ad avere dei genitori che ancora si parlavano senza litigare...
Tutt'ora, quando ho i miei bei problemi coniugali, cerco di passarci sopra, di caricarmi di pesi anche non miei, tutto per la paura di rovinare l'infanzia alle mie bimbe.
Spesso non ci si accorge che essere civili non vuol dire soltanto comportarsi bene col prossimo, all'esterno, ma anche rispettare i sentimenti e la vita di chi ci sta accanto, che siano figli o coniuge.

Anonimo ha detto...

Purtroppo ci sono persone che mettono al mondo figli per puro narcisismo. E genitori che strumentalizzano i figli nei confronti del partner, perfino quando vanno d'accordo. Figuriamoci se non lo fanno quando litigano. (veramente triste però!)

fux ha detto...

Bellissimo questo post... e anche i commenti!
Un bacio grande.
Fux

Anonimo ha detto...

A rigor di logica , la legge sull'affidamento condiviso , se dà ad entrambi la potestà , non impedisce al giudice di disporre un affidamento sostanzialmente monogenitoriale , motivando in ordine al best interest del minore . Io l'ho seguita in tutte le fasi parlamentari e se dovessi votare di conseguenza ... Ricorderai che c'era chi voleva renderla inapplicabile alle separazioni in corso . I n breve : una bufala .Mi piace il blog . ritorno.Ciao Roberto