Coccodrilli e baci


Ci sono cose che un figlio non deve sapere.
Che mica tutto quello che decidono i genitori deve essere spiegato! Eccheccavolo, vabbè la trasparenza, vabbè l'educazione condivisa, vabbè la pariteticità, vabbè tutto, ma certe cose no. Certe cose vanno lasciate lì, a mezz'asta, dette e non dette, che mica abbiamo sempre voglia di far passare al setaccio tutti i motivi delle nostre decisioni.
Così stamattina, mentre mi facevo la barba, ho atteso come un coccodrillo che Samu (11) commettesse un errore, il più banale, per sentenziare: "Stasera dal nonno non ci vai".
"Non me ne importa niente che quando c'è una partita "è un rito" andare dal nonno, e neppure che te l'ha promesso e gliel'hai promesso. Il fatto è che non si parla così alla mamma appena svegli e anche se ci si sveglia con l'umore inverso non è bello che in casa ci sia uno di noi che tratta male gli altri di prima mattina.
Già ieri sera con la questione della valigia da fare per il week end a sciare invitato dal tuo amichetto mi hai fatto inversare l'umore, che sembra tutto dovuto, che ti comporti come un principino, che fai tanto lo sbruffone ma poi quando c'è da dimostrare di essere indipendente, sei li a lamentarti che non trovi tutto fatto".
"Fede, che c'hai stamattina?" (moglie).
"Non ho niente". ... che certe cose nemmeno alle mogli vanno dette, sennò poi scoprono i tuoi nuovi punti deboli e sei fritto.

Ho che questa settimana lavorerò tanto e tornerò tardi la sera e vedrò i miei piccoli troppo poco. Ho che oggi è già Martedì e se domani pomeriggio Samu parte e sta via per tutto il fine settimana, io non lo vedo per un sacco di giorni. Ho che se almeno stasera non ce l'ho vicino mentre mi guardo la partita, e non me lo posso un po' coccolare, e non posso un po' sentire i suoi commenti appassionati su Balotelli ed El Sharawy e non posso vederlo sorridere raggiante ad ogni azione dell'Italia, so già che mi mancherà l'aria per tanti giorni. Ho che se stasera non faccio la scorta di Samu, io sento che mi mancherà troppo. Ho che quindi stasera a calcio lo vado a prendere io, come un innamorato che vuole vedere ad ogni costo il suo amore e mendica ogni istante della sua presenza. Ho che ho voglia di vedermelo arrivare incontro per portarmelo a casa e pregherò che arrivi su dalle scalette del campo con un sorriso e non con il broncetto incavolato perchè gli ho fatto saltare il programma col nonno. Perchè stasera ho bisogno del suo sorriso, dei suoi sorrisi, dei suoi occhi da cerbiattino, dei suoi capelli a spazzoletta perchè devo farne scorta, che poi lui parte e ogni volta che lo fa già mi fa capire che lo rifarà, e lo rifarà sempre più spesso, perchè sta diventando grande e diventerà sempre più grande, ed io non sono pronto, non mi sento pronto, forse non lo sarò mai.

Ecco cos'è che un figlio non deve sapere. Perchè quando un figlio parte bisogna che senta lo slancio dell'incoraggiamento e non la malinconia dell'assenza.
Magari quella la vede, la capisce, la sente, ma la tiene per sè, ... che certe cose un papà non le deve sapere.

2 commenti:

movida69 ha detto...

Ecco. Stasera lascio Labionda al papà per la settimana di Pasqua ed esco prima, oggi. E son due giorni che penso quello che hai scritto tu. Che sì "vai e divertiti tantissimo amoremio!" ed è giusto così ma poi, dentro, quel piccolo strappo non se ne va. E resta sospeso come se fosse il rumore della canapa quando la tiri troppo. Secco. Duro.

Grazie. Che poi tornano. Poi. E si torna a litigare e correre e rubare minuti e sorridere. Amori grandi, loro. Abbraccio.

Educazione Consapevole ha detto...

:')