appunti sull'assenza paterna

leggo dagli appunti scritti quando stavo ideando la mia tesi:

ASSENZE PATERNE
- padre morto
- padre che sparisce
- padre che non c'è mai per lavoro
- padre che c'è ma non è affettivo - solo autoritario
- padre che c'è ma non esercita l'autorità - solo affettivo
- padre che c'è ma non gli viene permesso di esserci - separazioni problematiche
- padre che c'è ma viene sempre screditato dalla moglie
- padre che c'è ma fraintende il ruolo e gioca soltanto

la cosa che mi è saltata agli occhi subito è la sostanziale differenza tra l'approccio di chi rintraccia l'assenza paterna solo nell'assenza fisica e chi invece ne fa una questione di comprensione del ruolo da svolgere e capacità a svolgerlo.
ridurre il problema ad una scarsa presenza fisica, porta a limitare il campo di indagine. ci vogliamo mica dimenticare che i peggiori danni causati da padri incapaci avvengono in famiglie ancora unite? non ci vorremo mica raccontare la bugia che le separazioni sono la causa dell'assenza paterna? è pieno di padri separati che sanno fare i padri egregiamente o che in quell'occasione lo imparano a fare meglio di prima e pieno di padri negati, che sfuggono agli occhi meno attenti perchè fanno i loro danni in famiglie non separate.
il problema sta tutto nella capacità di comprendere quale ruolo deve avere il padre all'interno della famiglia e nei confronti dei figli. tutta la società deve chiarirselo e tutti devono concorrere affinchè uqesto ruolo si chiaro, rispettato, valorizzato.
avremo allora mogli che lo rispettano, avvocati che non lo saccheggiano, giudici che non lo discirminano.
il padre, dal canto suo, dovrà imparare a svolgere il suo compito, accettando di essere in una situazione nuova rispetto agli ultimi secoli, ed accettando di dover trovare all'interno del proprio modo di essere, una via credibile per non far mancare il suo apporto alla formazione personale dei propri figli, senza scimiottare il modo di fare delle madri, senza cercare la scorciatoia della sola affettività, dell'autoritarismo, dell'amicizia coi figli.
Un padre non è solo un tenero coccolatore, né solo un burbero mazzuolatore, né solo un accondiscendente compagno di giochi.
Un padre è origini, presenza, guida, affetto, norma, marito della madre, parte della coppia genitoriale.

Lo so, è un casino di cose, ma che ci possiamo fare?

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Complimenti per la laurea, me l'ero persa!
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Sul ruolo odierno del padre, sei sempre una bella fonte di riflessioni. Sinceramente, tra me e Mignolo, non so in che cosa consista "fare il padre" o "fare la madre", perché, da ogni punto di vista, i nostri ruoli sono intercambiabili. Certo, facciamo giochi diversi e attività diverse, ma non credo che siano imputabili al nostro sesso, solo al nostro carattere.
E così sono arrivata alla conclusione che il mio ruolo è essere genitore ed essere me stessa, ovvero una donna con certe caratteristiche, così come il ruolo di Mignolo è essere genitore ed essere se stesso come uomo. Anche se poi lui si dedica alla cucina e alla pulizia, mentre io smanetto con Amelia al computer e le insegno a ballare.
Insomma, forse i nostri figli cresceranno davvero liberi dagli stereotipi con cui cmq siamo cresciuti noi, o almeno noi avremo fatto di tutto per indirizzarli in questa direzione.

Anonimo ha detto...

:D .....

vivo di riflesso il divorzio del mio compagno con donna che cerca di mettere in pratica i punti 6 e 7 ...

vivo nella quotidianità più o meno la situazione di chiara ...

amo i padri che lottano per il loro diritto di fare i padri. li rispetto profondamente. perché sotto questo aspetto loro si trovano davvero contro il muro di gomma delle convenzioni ...

Anonimo ha detto...

E' proprio un bel casino ...

FEDERICO GHIGLIONE ha detto...

ma gianluca .... gianluca! quello tifoso della maggica?

Anonimo ha detto...

a volte credo che certe presenze fanno più danni di alcune assenze fisiche. un padre [e una madre per me sono uguali] che ci sono ma non danno tempo/amore/mesagi di qualità fanno peggio di padri/madri assenti. Io credo fermamente che non esiste/debba esistere un geniore di riferimento e che "la coppia genitoriale" come la chimi tu abbia pari diritti/doveri nei confronti dei figli.
in casa nostra i ruoli sono un po' misti, alcuni dicono confusi. Giorgio c'è io anche ognuno con la sua specificità/disponibilità/bagaglio culturale da trasmettere...

Anonimo ha detto...

Complimenti per la laurea e complimenti per la citazione su City (giornalino gratuito distribuito sugli autobus e nelle stazioni delle metropolitane delle grandi città)!

Anonimo ha detto...

Il tuo impegno è incoraggiante

Sentirsi a casa ha detto...

Chissà perché il tempo insieme non è mai abbastanza …

http://sentirsiacasa.altervista.org/i-tuoi-particolari/?doing_wp_cron=1554455491.1809029579162597656250