il bufalo delle nevi

di essere razzista lo sapevo già da tempo.
ricordo come se fosse ora, nel tunnel che separava gli spogliatoi dal campo da calcio, dove l'arbitro ci faceva mettere in colonna prima di entrare in campo, l'attenzione con cui scrutavo gli avversari.
e non facevo le considerazioni che si possono immaginare, tipo: il terzino è alto, il mediano è grosso, quell'altro è piccolo quindi veloce. no. controllavo se c'era qualcuno col codino o peggio, col cerchietto.
nella mia concezione rude e maschia del calcio - un po' all'inglese, un po' di stile rugbystico - non tolleravo atteggiamenti da fighetto in campo.
così controllavo, identificavo la fichetta di turno, prendevo buona nota del suo numero di maglia, che gettavo uno sguardo di intesa al mio amico Enzo ed entravo in campo bello carico.
la prima roncolata nelle caviglie sarebbe stata per lui. io davo il la, il resto poi lo faceva Enzo che faceva il difensore ed era un killer.

oggi che sono un maturo padre di famiglia - e non gioco più a calcio - qualche altro sintomo di razzismo o meglio antipatia fisica diretta ce l'ho.
odio lo snow board e tutti quelli che ci vanno sopra.
intanto sono tutti vestiti da straccioni ma dopo aver speso migliaia di euro, poi sono tutti imbranati perchè stanno imparando, poi fanno un rumore quando si fermano che ti fanno sempre pensare che tistia arrivando addosso una valanga, inoltre quando ci riescono disegnano traiettorie incompatibili con quelle degli sciatori normali, passando in diagonale da una parte all'altra della pista, falciando tutto quello che trovano.
li odio.
odio il loro bivaccare sulle piste, seduti, sbulinati, pieni di neve e di maglioni di lana troppo lunghi, odio il loro continuo ridere per le culate prese, ......

con queste rosee premesse l'altro giorno uno di questi punk bestia scivolatore mi ha falciato il mio bimbo di 5 anni che sciava incerto e timoroso su una pista di collegamento tra la baby e lap artenza dello skilift.
sto essere immondo, ha curvato improvvisamente - senza guardare - per fermarsi e il mio cucciolo per evitarlo ha girato a sinistra anche lui, col suo bel culetto tutto indietro per la difficoltà, e il suo caschetto rosso scintillante, ed è volato giù nel fosso.... sotto i miei occhi.
mio dio, e che ci sarà dietro al precipizio? pietre? un albero? un buco? il vuoto?
nei dieci metri che ho fatto a scaletta alla velocità della luce per raggiungerlo mi sono visto l'inferno passare davanti.
il cucciolo ha continuato a sciare anche giù dal burroncino, ha sorpassato sciando un masso enorme ed è caduto dopo nella neve fresca.
grazie signore!
piangeva, mostrandomi una mano. oddio si è rotto un braccio, il polso, le dita, la spalla. no gli dava fastidio la neve nel guanto. grazie ancora.

dall'alto sento una voce che mi chiede notizie.
è il bastardone. non ho la forza di essere incazzato. sta merda è così imbranato che non sa neanche togliersi la tavola dai piedi per scendere ad aiutare per fare qualcosa di normale.
eh si cara merdaccia, sei uno strano, hai le treccine, il maglione fino al culo sporco di neve, sei uno contro, contro le convenzioni, contro la stucchevole normalità, ma si dà il caso che sei andato contro al figlio di un normale, convenzionale, scontato, allineato, padre di famiglia con capello corto quindi ora ti dimentichi di essere tutto quello che sei e ti inventi una frase convenzionale educata, che dia un segno riconoscibile di dispiacimento. boffonchia qualcosa che non sento.

tiro sul il bimbo, imposto una voce pacata, lo rassicuro sulla neve nel guanto, mi complimento per aver evitato il bufalo delle piste.
non riesco a pensare ed ad ascoltare sto coglione che continua a boffonchiare e che, scopro, è uno che balbetta.
penso: mavaffanculo sfigato, levati quel costume di carnavale e vai dal logopedista.

riparto, samu non piange più, andiamo in coda allo skilift, mi ricordo dello sguardo di enzo, ai codini, ai cerchietti, magari sotto quella beretta di lana marcia ha il cerchietto sto stronzo. penso che potrei vendicarmi alla pista successiva, ma non lo trovo, non lo vedo più. meglio così.

papi ora facciamo una gara.
si amore, il tuo tenero e rassicurante papà, è un intollerante razzista di merda, ma ora ti fa fare una bella gara di sci.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

fortissimo!

FEDERICO GHIGLIONE ha detto...

mi scuso per il turpiloquio ma quando ce vò ce vò.

rosco

Anonimo ha detto...

Ma ehm.. non riesco a commentarlo questo post. Io probabilmente avrei preso un coccolone vedendo il piccolo cadere.. però sciando ho visto di tutto e io stessa imparando a volte avrò tagliato la strada a qualcuno.. magari era un povero ragazzotto balbuziente che cercava di prendere confidenza con qualcosa ed aumentare la sua autostima O_o'

Anonimo ha detto...

Quando ti è passata (io sarei morta sul colpo!), rileggiti il commento di coktails. Le do un altro 30 e lode.
Bacini.

FEDERICO GHIGLIONE ha detto...

e va beh lo so, sono stato molto cattivo.
e pensare che sono un pedagogista!


...... imperdonabile.

Anonimo ha detto...

emh...io sono passata a salutarti al rientro dalle ferie ma...vedo che non è un buon momento...
Con affetto
una snowboardista.:-)

Anonimo ha detto...

amabile rabbia strafottente.
che post spettacolare, chissà se sei ancora attivo. con (senza) permesso, mi insinuo oltre.