"ciao bimbi, papà è tornatooooo"
alino, il piccolo, arriva facendo il rumore della moto, mi corre incontro e mi sferra un colpo nelle palle che mi toglie il respiro. ultimamente fa così. per lui è un modo di giocare.
con un filo di voce dico. "fai piano amore".
samu, il grande, transita urlando inseguito dall'amichetto alessandro detto ale grande, visto che c'è alino (ale piccolo).
un pallone di pezza azzurro mi transita davanti e sfiora il portafoto sacro del matrimonio ed un pennarello nero, sicuramente non lavabile, volteggia rischiando di stamparsi sulla parete bianca.
sussurro "ben tornato...." e non riesco a capire se sono ironico o no.
la tata mi guarda, ride, e con un ghigno tra il furbetto e il disperato mi dice qualcosa tipo "glieli affido".
do una carezza a samu (il grande). "amore mi cambio e poi controlliamo i compiti". tempo a dirlo, il piccolo corre a prendersi un foglio bianco ci scarabocchia un po' sopra e urla "papiiiiiiiiii, sto sbagliandoooooo".
da quando samu ha i compiti, e lo seguiamo mentre li fa, il piccolo è un po' geloso di tutte quelle attenzioni e allora si inventa questo stratagemma del "sto sbagliando" per attirare l'attenzione. è uno spasso.
elaboro: bisogna che mi inventi qualcosina da fare "esclusivamente" col piccolo,
accorro a correggere lo scarabocchio del piccolo, sto un po lì, ancora con la cravatta, ed arriva il grande, col tono delle grandi novità: "papi lo sai che ho l'apparecchio?!" (in realtà un robo di gomma che serve per non ciucciare il dito). "amore, lo so, lo avevi già ieri".
elaboro: samu mi vede così poco che nemmeno si ricorda di cosa abbiamo parlato ieri. e pensare che stasera ho fatto tardi per fare ancora un salto in ufficio, dopo essere stato a milano. ne è valsa la pena?. risposta: no!. vabbè ..
alino si alza, comincia a correre, vuole che lo insegua, urlacchia, alza le braccia, si butta per terra, e ride appena mi vede che lo raggiungo. io corro, faccio rumore coi piedi, gli dico "se ti prendo ...." e lui invece di scappare crolla, ride e cade. "dai mordimi il culetto".
mi guardo "da fuori". mi vedo felice, mi vedo fortunato, lo vedo felice, lo vedo fortunato.
mi sento gli occhi lucidi ma non voglio. mi sento il magone ma non voglio. "davanti ai bimbi no" te l'ho promesso oggi, fabri, quando ho dovuto cominciare a pensarti lassù.
nascondo la faccia nel cuscino del divano mentre faccio la lotta e cerco di non pensarci. te l'avevo promesso.
ma come si fa?
ma come si fa a consolarsi?
ma come si fa a capire una cosa così?
come si può accettare l'idea che la tua bimba non abbia più un papà che la rincorre e tua moglie un marito da salutare la sera al rientro?
come possiamo continuare a farlo noi senza pensarti?
io voglio immaginarti in un mondo pieno di luce nel quale non ci sia lo struggimento che c'è ora quaggiù.
voglio pensarti sorridente e sereno, non triste con le braccia tese verso di noi che ci arrabbattiamo in questo dolore che non capiamo.
voglio immaginarti in un mondo dove il nostro dolore ti sembri un attimo al confronto dell'eternità, dove le nostre lacrime siano un leggero granello di sabbia e dove l'assenza e la lontananza non esistano.
Voglio immaginarti in un mondo di luce dove aspetterai chi ami e resterai per sempre.
noi, per il momento, continueremo a rincorrerci e ad amarci perchè quaggiù, lo sai, si vive di questo.
ciao caro amico.
7 commenti:
Certo che posso tacere. Le tue bellissime parole mi hanno tolto il fiato.
Un abbraccio.
non posso dire nulla, ti lascio solo un abbraccio "forrte forrte"
Lenny
Anch'io ti lascio un abbraccio forte forte, da estendere anche alla moglie e alla figlia di Fabri.
Ciao
Quante lacrime, Chicco, quante lacrime. Uno squarcio nel cuore.
Meno male che i nostri bimbi ci costringono a ingoiarne alcune.
Bacio.
Franci
...
Non si capisce mai il perchè. Non ci si abitua mai all'idea. Ma è bello credere che qualcuno, da chissà dove, ci accompagna tenendoci una mano sulla spalla.
Senza fiato, ti lascio un abbraccio grande.
nn ho parole. un sorriso ed un abbraccio.
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