otto cose sulla fux

raccolgo l'invito di fux a partecipare ad un gioco con queste regole: bisogna parlare di otto fatti a caso che riguardino se stessi in un post dedicato.
pare che si dica che sono stato taggato.... boh ...

siccome fux è mia sorella io cambio un po' le regole scrivo 8 cose su di lei.

1. ho sempre pensato che mia sorella fosse bellissima. soprattutto quando faceva le gare di ginnastica ritmica. andavo a vederla e ne ero così rapito che dovevo nascondermi perchè mi commuovevo, poi non potendomi innamorare di lei mi innamoravo delle sue compagne. Con maria laura andò così. avevo 14 anni.

2. da piccoli giocavamo tantissimo insieme. io ero dispettoso - per gioco - lei si incazzava per la gelosia tipica dei primo geniti e si vendicava mettendosi, per dispetto, il cappellino di lana beige tutto indietro nel modo che mi dava fastidio solo a guardarla, io che lo portavo calcato giù sulla fronte. l'avrei ammazzata. vendetta riuscita.

3. quando la sera la mamma ci sentiva ridere in camera invece di dormire accorreva furiosa tallonando a piedi nudi sul marmo. noi - temerari - le facevamo il verso fino all'istante in cui faceva irruzione in camera. Dicevamo: dan daradan, dan daradan, dan daradan. (era il rumore dei passi). e ridevamo come dei maledetti. avevo 3 anni.

4. una sera, durante una rivolta contro l'Elvira (la nostra tata di allora) le tirammo una mela, mancandola. Centrammo un vetro della finestra della cucina e dichiarammo, approfittando del fatto che sapevamo che ad Elvira non credevano tanto perchè un po' bugiarda, che il tutto era accaduto mentre stavamo giocando. avevo 3 anni e lei 5.

5. quando da ragazzi si andava in discoteca e sapevo che la fux sarebbe venuta anche lei, con i suoi amici, io mi sentivo responsabile per lei e la controllavo sempre, che non le succedesse niente. lei non sapeva nulla ma per me era un impegno, non stavo tranquillo, quasi preferivo che non venisse. poi comparvero i fidanzati e io potei passare lo scettro a loro. che fossero almeno utili visto che non erano dilettevoli.

6. un giorno a tavola mia madre disse che bisognava masticare ogni boccone 36 volte. chissà l'aveva letto sulla settimana enigmistica. Siccome la dinamica era che lei obbediva tantissimo - compiaciuta- ed io ero il discolo - compiaciuto - da quel giorno mastica sempre 36 volte ogni cosa che mangia ed io quando la vedo masticare ancora così penso "si va be però ora basta ... abbiamo 40 anni!!!"

7. la fux è nata per insegnare, perchè ha il dono di saper entrare nella testa delle persone e fare un ragionamento con il cervello degli altri. daltronde, come farebbe a sopportare quel personaggio di suo marito, bravo ragazzo intendiamoci, ma un po' ...... friulano..... come dire.

8. era il martedì grasso del 1982. fux entrò in camera mia e mi disse "la mamma se ne va". io risposi "e papà come farà?". poi diventammo grandi.

city

da buon provincialotto (sono di genova) ogni volta che vado a milano guardo tutto come se fossi al luna park. lascio la macchina a famagosta, che di imparare le vie di milano nemmeno ci voglio provare, e mi avvio verso il metrò che i veri fighi chiamano "la metro" (senza accento.
ogni volta mi stupisco come in quella camminata di 50 metri per raggiungerla mi sorpassino tutti. Eh si! perchè il milanese ha fretta per definizione, deve produrre, il tempo è denaro, l'orario è flessibile ma non troppo e comunque l'atteggiamento deve essere vincente. io invece arrivo bello padano, tranquillo, sempre vestito sbagliato (o troppo leggero che a genova si va ancora al mare, oppure troppo pesante, che se fa freddo a genova chissà a milano) e con un leggero senso di repulsione che mi fa fare le cose con calma.
e tutti mi superano. mi superano anche se in questa camminata veloce fanno delle piccole deviazioni repentine per prendersi una copia di un giornaletto che sta li a disposizione di tutti in piccoli raccoglitori gialli.
e lì ritorno provincialotto e dico "hanno fretta ma a quello non ci rinunciano .... solo perchè è gratis. .... e poi i tirchi siamo noi genovesi!!!!".
confesso di non averlo mai preso, ma di averlo sempre letto dietro alla schiena di qualcuno sul metrò.
scopro ora, dai commenti sul blog, che su city hanno pubblicato il mio post "sono felice".
mi sono sentito in colpa (oltrechè vanitosamente lusingato). sai come quando non fai il regalo alla zia antipatica a natale e lei arriva con il regalo più azzeccato del mondo.
poi mi sono detto. e che ci faccio io su city?
e ancora: e che ci fa quello di city sul mio blog?
risposta: boh!!!

no invece una risposta c'è, e non l'avevo colta. il blog e city hanno in comune il bisogno di essere sintetici ed immediati perchè i lettori di city e dei blog spesso sono persone che dedicano a queste letture non più di 5-6 minuti, quelli del tragitto in metrò o quello di una pausa caffè al lavoro, non di più, perchè il tempo è denaro, bisogna produrre, e l'orario è flessibile ma non troppo, ed io - provincialotto - non l'avevo capito.

evviva city.
e se qualcuno ha una copia del 16 ottobre mi fa un regalo se me lo tiene da parte.

E ORA?

le reazioni alla mia laurea sono state di tutti i generi. entusiasmo, commozione, rallegramento, stupore, soddisfazione, eccetera eccetera.
poi c'è stato qualcuno che mi ha detto, con una punta di ironia, un po' di pragmatismo, ma anche un po' di verità: cosa farai da grande?
l'assicuratore, come sempre. però .....
però cosa?
però qualcosa inerente a questa passione che ho sviluppato vorrei farla. intanto ho un debito con tartablù che mi ha gentilmente offerto di scrivere su una rivista prestigiosa e lo farò presto (prometto).

poi ho in mente di fare un corso per NEOPAPA'. che so, magari una serie di 4-5 sere, dopo cena, quando no ci sono partite, intendiamoci, durante i quali i futuri papà si fanno una bella idea della meraviglia che li sta attendendo, dei compiti, delle difficoltà, delle cose che bisogna imparare per fare il genitore.

è pieno di corsi pre maman che per i maschi sono una sonora rottura di palle. ora ditemi che cosa serve andare ad un corso di rilassamento per donne incinta, quando a rilassarsi sono loro e, per riuscirci, la prima cosa che ti chiedono è di toglierti dalle palle?!
allora tu stai li in un angolo a vedere questa maestra che respira profondo come se fosse incinta, ma non lo è, e tutte le mamme che stanno sedute per terra, scomode, perchè incinte loro lo sono davvero, e non riescono affatto a rilassarsi e a respirare profondo perchè hanno un piedino del nascituro piantato nel diaframma.
e tu, sempre nell'angolo che devi fare la faccia zen, per dimostrare che non sei un elemento di disturbo della labile fragilità della puerpera, ma anzi, sei un riferimento, un faro, un sostegno verso il quale si tende la mano di tua moglie per avere un conforto. "amore vieni con me al corso ... voglio condividere con te questo momento magico" .... e nel fumetto di lui si legge chiaramente "o santiddio che palle".
"amore dopo questo corso ho deciso di fare gli esercizi anche a casa, prima di rientrare portami alla fnac che compriamo un cd con il rumore del ruscello" .... "o santamaria".
non si contano le botte di vaffanculo che si sono presi i mariti in sala parto dalle mogli, e gli insulti che hanno ricevuto dalle ostetriche, dagli infermieri, dagli anestesisti. "lei stia li nell'angolo e veda di non svenire che non possiamo pensare anche a lei".

è pieno di questi corsi, dicevo, e vabbè. ma per i papà niente. chi glielo insegna ad un papà a cambiare un piccolo, a disinfettarlo, a toccarlo, a vestirlo senza stoccargli un dito, a ninnarlo senza shakerarlo, a fargli fare un ruttino senza rompergli due costole, oppure - per contro - a toccarlo senza aver paura di romperlo?
non è meglio che anche lui, come la mamma, impari? anche la neo mamma deve imparare e non è affatto detto che sia più brava e più portata di lui. certo se lui canta i cori da stadio anzichè una ninna nanna il piccolo preferirà la mamma ma per il resto, le manone grosse e calde di un papà sono una meraviglia per un cucciolo che vuole essere toccato, accarezzato, coccolato. poi ci sono le mille incombenze per imparare i ritmi del bimbo, la nanna, la pappa, il ruttino, i rigurgiti, le colichette, l'allattamento artificiale, quello naturale, tutto l'universo dell'igiene.
qui i casi sono due: o il padre è particolarmente intraprendente e "imparato" oppure la mamma, che non ha tempo di insegnare, soprattutto perchè sta imparando anche lei, si coalizza con sua madre o con la tata e il padre viene emarginato.
ed ecco che si cominciano a perdere preziose occasioni per fondare un profondo rapporto di confidenza epidermico affettiva tra padre e figlio.
la madre dovrebbe dedicare molta attenzione agli spazi per il papà, crearglieli, riservarglieli, lasciando il bagnetto da fare la sera quando il papà torna, spronando il papà a cambiare il bimbo, a lavarlo, a tenerlo in braccio facendo abituare il piccolo alla sua "mano". ma lo schema non deve essere "cambialo un po' tu che io mi sno già rotta la schiena e tu non fai una mazza per aiutarmi" ma, piuttosto, "torna a casa dieci minuti prima che ti godi un po' tuo figlio" ... (mia moglie è stata stupenda in questo).
per fare questo, però, l'uomo deve presentarsi preparato, capace, informato, consapevole, affidabile, sennò la moglie gli fa fare le cose ma gli sta appollaiata sulla spalla come un avvoltoio per controllare "lì, ti ho detto lì, puliscilo lì, tra le pieghette dcelle gambe, non lo vedi che è ancora sporco, .... ma sei proprio imbranato ... dai lascia fare, spostati che finisco io ... porfta giù la spazzatura va ... ".
può far sorridere, ma fare così è un errore grave. per tutti e tre.

potrei continuare per ore, ma ciò che conta è che credo siano necessari corsi per neo papà che si costruiscano le loro abilità e i loro modi di accudire i propri figli e possano costituire all'interno della coppia di genitori una valida ed equivalente alternativa alle cure della mamma - nei limiti si intende - e possano diventare dei compagni capaci sui quali fare affidamento per sopportare meglio le fatiche che crescere un figlio, inevitabilmente comporta.

.... e se al telefono l'infermiere chiede se la moglie ha perso il tappo mucotico lui forse non dirà "amore, soffiati un po' il naso che devo vedere una cosa".

appunti sull'assenza paterna

leggo dagli appunti scritti quando stavo ideando la mia tesi:

ASSENZE PATERNE
- padre morto
- padre che sparisce
- padre che non c'è mai per lavoro
- padre che c'è ma non è affettivo - solo autoritario
- padre che c'è ma non esercita l'autorità - solo affettivo
- padre che c'è ma non gli viene permesso di esserci - separazioni problematiche
- padre che c'è ma viene sempre screditato dalla moglie
- padre che c'è ma fraintende il ruolo e gioca soltanto

la cosa che mi è saltata agli occhi subito è la sostanziale differenza tra l'approccio di chi rintraccia l'assenza paterna solo nell'assenza fisica e chi invece ne fa una questione di comprensione del ruolo da svolgere e capacità a svolgerlo.
ridurre il problema ad una scarsa presenza fisica, porta a limitare il campo di indagine. ci vogliamo mica dimenticare che i peggiori danni causati da padri incapaci avvengono in famiglie ancora unite? non ci vorremo mica raccontare la bugia che le separazioni sono la causa dell'assenza paterna? è pieno di padri separati che sanno fare i padri egregiamente o che in quell'occasione lo imparano a fare meglio di prima e pieno di padri negati, che sfuggono agli occhi meno attenti perchè fanno i loro danni in famiglie non separate.
il problema sta tutto nella capacità di comprendere quale ruolo deve avere il padre all'interno della famiglia e nei confronti dei figli. tutta la società deve chiarirselo e tutti devono concorrere affinchè uqesto ruolo si chiaro, rispettato, valorizzato.
avremo allora mogli che lo rispettano, avvocati che non lo saccheggiano, giudici che non lo discirminano.
il padre, dal canto suo, dovrà imparare a svolgere il suo compito, accettando di essere in una situazione nuova rispetto agli ultimi secoli, ed accettando di dover trovare all'interno del proprio modo di essere, una via credibile per non far mancare il suo apporto alla formazione personale dei propri figli, senza scimiottare il modo di fare delle madri, senza cercare la scorciatoia della sola affettività, dell'autoritarismo, dell'amicizia coi figli.
Un padre non è solo un tenero coccolatore, né solo un burbero mazzuolatore, né solo un accondiscendente compagno di giochi.
Un padre è origini, presenza, guida, affetto, norma, marito della madre, parte della coppia genitoriale.

Lo so, è un casino di cose, ma che ci possiamo fare?

parodia della mia tesi

Prendi un uomo, povera stella, di quelli che hanno sempre comandato, legiferato, spadroneggiato in casa e fuori. Di quelli che "pago quindi volgio il servizio" e di quelli che "ho lavorato tutto il giorno quindi ora per favore non rompetemi i coglioni e ditemi quando si mangia" e se i figli non obbediscono giù sganasse e qualche cinghiatina sul sedere, tanto per gradire.
Beh prendetelo e cominciate a dirgli. "Senti un po' stellin, da domani questo tono te lo dimentichi perchè ci ricordi tanto quel panzone di Mussolini, e poi sai che c'è, visto che metà dei tuoi simili sono crepati in guerra ed è pieno di orfani di padre, adesso se non ti dispiace i figli li cresciamo secondo le regole delle donne che sono di più e ci sanno fare meglio".
Questo derelitto poi, spogliato di tutte le sue uniformi, lo dai in pasto ai sessantottini, che l'autorità la fanno a fettine: Sei un politico? Calci nei coglioni; sei un professore? calci nei coglioni, sei un padre? calci nei coglioni.

Orbene, ora prendete i resti di questo essere martoriato e lasciatelo solo insieme a un gruppo di femministe. "come hai detto scusa? vuoi andare allo stadio?" SBERLONA, "come dici tesoro? quand'è che si mangia che leggi il giornale?" SBERLONA, "non scusa ripeti che questa è bella! tu i pannolini non li cambi e la spesa non la fai perchè sono cose da donne?" DOPPIA SBERLONA, "ah aspetta dimmelo ancora che mi fai morire dal ridere, vuoi che mi metta i tacchi e la minigonna per piacerti?" SBERLONA E CALCIO NEI MARONI, "e quando siamo a letto vedi di non pensare solo a te stesso sennò te ne mollo un altro".

Se è rimasto qualcosa di questo rottame, andate a casa sua e guardatelo alle prese con i figli. "come dici papà, non devo fare questo? ma Raz Degan ha detto che è di moda!" "come scusa, perchè mi devo allacciare le scarpe e tirare su le braghe, tutti i miei compagni della compa mostrano le mutande" "e poi sai che è pieno di ragazzi normalissimi che si fanno il peircing sul capezzolo e sul sopracciglio, dai, lasciamelo fare sennò mi sentoi sfigato".
E la moglie invece, "ehi testina, guarda che ho lavorato tutto il giorno anch'io, quindi non rompere, apparecchia, stendi, e controlla il risotto che si attacca", "senti caro, non è che domani prendi ferie che dobbiamo portare i bimbi dalla pediatra e io ho un appuntamento con un cliente importante", "già che ci sei, insegna un po' alla donna come vuoi stirate le camicie che non se lo può inventare".

Se ne conoscete uno che poi si sta separando aspettatevi che vi racconti che il giudice, l'avvocato, la ex moglie gli hanno detto che di tenere i figli non se ne parla, perchè non è idoneo, al massimo la domenica al luna park o in spiaggia, però per pagare invece, massimo dell'idoneità. E non rompa le palle.

Finito questo trattamento, ridimensionamento, lifting, disorientamento, prendete il soggetto in questione e ditegli. "Dai su, non fare così. Sii uomo".
E lui: "uomo come, scusa?, puoi mica chiarirmi il concetto? che non vorrei che mi sbaglio di nuovo e mi prendo un'altra riga di calci nelle palle?"
............................ "un aiutino?" ......................
"come dici scusa? sono un padre assente e un marito deludente? parli di me? o parli di tutti i maschi che malgrado il gran numero di calci nelle palle non sono ancora riusciti a capire come si fa a fare il padre di questi nuovi figli e il marito di queste nuove mogli?"
"avete buttato ed abbiamo lasciato buttare tutto l'uomo-maschio-padre a mare ma ora è il caso che noi e voi, insieme, si ricostruisca la nostra figura, la nostra posizione, il nostro ruolo, per il bene della nostra società, della coppia, dei nostri figli".
"E smettetela con sti calci nei coglioni"

Questa è la storia della mia tesi.