il mostro Barbataus

non lo farò più di non scrivere per così tanto tempo.
ora sono intasato di pensieri, emozioni, cose che mi ero ripromesso di scrivere e non ricordo più con l'intensità necessaria.
purtroppo io vivo di slanci e frenate, passioni e silenzi, .... chi mi conosce lo sa. non tutti apprezzano ma è così.
gestire me stesso è un lavoraccio. faccio una fatica bestia a presentarmi decentemente ordinato e coerente al mondo, quando dentro ho questo putiferio, però - sarà l'età - mi piace moltissimo essere così. raggiungo estensioni meravigliose che mi fanno amare tantissimo la vita. poi so che ogni tanto devo pagare il conto. allora mi rintano. mi chiudo in qualche "luogo" dove posso solo ascoltare la "mia musica" e aspetto che passi la bufera.
la mia musica, la mia favolosa raccolta di vecchie squadre di subbuteo, le braccia di mia moglie che dorme, il mondo dei miei figli. soprattutto loro.
i bambini vedono gli angeli, hanno occhi sognanti e magici, sono capaci a immaginare e volare dove noi, vecchi rottami di uomo, non siamo più capaci nemmeno a pensare.
lavoro, soldi, budget, pretese, torti, odi, ripicche, affari, promesse, delusioni, speranze, ... la mia mente a fine giornata è carica di mille tensioni e preoccupazioni, tutte terrene, tutte inutili, tutte "volgari", entro in casa e trovo i due seguenti soggetti urlanti: Alino, due anni, felice e onnipotente perchè proprietario legittimo di n.2 palloncini gonfiati tenuti saldamente in mano, e Samu, cinque anni, contrariato perchè il Gormito Arbataus che credeva essere buono invece gli è stato detto all'asilo che è cattivo.
mi fermo perchè un residuo di stronzaggine imprenditoriale mi fa balenare in mente un raffronto sull'importanza dei problemi appena lasciati in ufficio e la banalità della reputazione di Arbataus. poi mi dico, hanno ragione loro, è molto più bello e importante essere proprietari di due palloncini gonfiati e tenerli saldi in pugno piuttosto che pensare di essere tenuti per le palle da qualche pallone gonfiato sul lavoro, ed è molto più bello e nobile difendere la reputazione di Arbataus piuttosto che sapere di avere a che fare spesso con gente con reputazione indifendibile.
Alino mi guarda e mi comanda "tole giacca!" , ha ragione, per giocare bisogna togliersi la giacca, io obbedisco e mi metto subito di fronte a lui pronto a giocare a palla. lui corruga la fronte e con tono sempre severo mi dice "tole coda!" ... intende la cravatta. ha ragione lui, siamo dei mostri con la coda davanti che lavorano in un mondo di mostri.
per fortuna che poi abbiamo la fortuna ed il regalo di poter tornare a casa ed incontrare, vivere, sfiorare, il mondo degli angeli. avere un figlio vuol dire questo.

7 commenti:

Labelladdormentata ha detto...

Ho figli troppo grandi per sapere chi sia il Gormito Arbataus! Ma i palloncini piacevano da matti alle mie tre pesti!
Ed hai ragione, stare con loro era davvero sfiorare il mondo degli angeli, angeli possessivi e perentori nel pretendere la nostra presenza e partecipazione ai loro giochi.

lemoni ha detto...

Ahòòòò...ma che sei matto ad eclissarti così? Anche se potrai non crederci un silenzio così netto e di botto fa preoccupare anche un blogger senza volto ma che però c'ha un posto di cuore anche per te...e poi hai figli per cui uno pensa pure a qualche problema...vabbè no, non lo dico.
Sono semplicemente contenta che tu ci sia.
E sei tornato proprio con un bel post.
Questo almeno ce lo meritavamo, no?

Anonimo ha detto...

Mi vergogno un tantino, ma credimi, con la prole che mi ritrovo a mia volta e soprattutto l'età della stessa, mi sento vagamente autorizzata a segnalarti che il soggetto in questione si chiama Barbataus...
Quel che è giusto è giusto!

Anonimo ha detto...

rientrare a casa e trovare il mio "vero" mondo è stupendo!

Labelladdormentata ha detto...

Sigh! Avevi promesso di non sparire per un tempo lungo, e invece...
Quando torni?

Anonimo ha detto...

sono con te e dico che i figli danno un senso alla vita nel bene perchè è gioia vera e nel male imsegnando la dignità.
mr.insieme

Anonimo ha detto...

Mi hai emozionata. Grazie.