Dai Pà!!

guardo mio figlio grande (Samu, 8)fare i compiti.
è bravo e ordinato.
usa la penna cancellabile ed è severissimo con se stesso; basta una lettera scritta male per cancellarla e riscriverla.
dentro di me - con amore - penso "capaci tutti!!" ad ogni errore una cancellatina e il quaderno è una meraviglia.
Samu continua, scrive, cancella, sbaglia e sorride, cancellatina e via. Che meraviglia! per lui la scuola è un gioco e ogni giorno spero che non venga mai il giorno della noia, dell'odio per i libri, che io ho avuto e - tutto sommato non gli auguro.
lo guardo e penso a me, ex scolaro monello e svogliato, di colpo diventato maestro di vita inflessibile ed esigente.
che brivido!
se i nostri figli sapessero da che pulpito arrivano le prediche e le regole, se sapessero da quali cuori pavidi arrivano le sicure indicazioni e le rotte da seguire, se solo intuissero da quali animi in tempesta provengono le richieste di ordine, applicazione, diligenza, ..... se solo lo intuissero il castello crollerebbe, i loro passi diverrebbero incerti, i loro occhi non saprebbero più chi guardare, dove guardare, quando guardare.

guardo mio figlio cancellare i suoi errori col dietro della penna e mi rendo conto che crescere un figlio è come scrivere a penna, penna bic, non cancellabile, di quelle che oltre al segno di inchiostro sul foglio lasciano anche un bel solco, che nemmeno il tempo potrà sbiadire. ogni segno fatto, è fatto. e i suoi occhi sono li, pronti, avidi, impazienti, a leggerlo decifrarlo, incamerarlo come una bibbia, come la voce della verità, come la spiegazione del mondo. indiscutibile, incontestabile (per ora).

sono giorni - questi di vacanza in montagna - di grandi pensieri relativi al mio progetto chiamiamolo così "Pedagogico". ho fogli sul tavolo che parlano dei corsi per neopapà che vorrò fare, con scalette, argomenti, materiale necessario, libri da leggere; e poi sono pieno di altri fogli sui quali cerco di razionalizzare il sito che farò, dove vorrò parlare di paternità, di genitorialità, di neopapà, di giàpapà, di separazione.
non vedo l'ora che tutti smammino a dormire per metterci gli occhi ed i pensieri sopra e concentrarmi sul progetto.
ahhhhhhhh finalmente solo con i miei pensieri, e fanculo a tutti i sensi di colpa verso il mio lavoro, al quale temo di sottrarre energie.
e fanculo anche a tutte le menate che mi faccio quando penso all'effetto che potrebbe fare ai miei figli se dovessero pensare mai che faccio "un altro lavoro".
a volte mi chiedo, sarebbe giusto?, che immagine di me darei loro? di incertezza? di instabilità? di disordine? di insicurezza?
a volte ripenso a che cosa accadrebbe se sapessero quanto poco solido e stabile è il loro papà, che loro immaginano come una colonna indistruttibile.

vabbè.

questi sono stati giorni dedicati a tempo pieno a loro. mai sono riuscito ad avere uno scambio di idee con mia moglie sul nuovo progetto.
ce lo eravamo promesso ma ogni discorso purtroppo è naufragato sul nascere, perchè interrotto da una domanda, un capriccio, un'esigenza.
"Papiiiiiii guarda che gol che ho fatto con Boriello sul DS" (il suo Nintendo malefico)
"Paaaaaaaappppppuuuuuuuuuusssssssss, vuoi colorare con me il drago di vioooola?"
niente. non c'è modo di parlare un po' di sto programma. e io friggo, ma è bello anche così.

ieri, tra un compito e l'altro, un capriccio e un tentativo di rissa tra i due babanetti, è arrivato un sms.
lo leggo a mia moglie "Ciao F., sulla mail troverai bozza del tuo sito".
dico, quasi tra me e me: "wow, non vedo l'ora di vederlo".

il piccolo (5) che sembrava occupatissimo a giocare, sbuca fuori e dice: "cosa Papuuuuuuusss? mi fai vedere anche a me?"
ed io strofinandogli il naso: "ma tu cosa ti impicci? cosa vuoi sapere delle mie cose?"
"guarda che lo so, è quella cosa per i papà"

guardo mia moglie attonito, poi chiedo al piccolo ridacchiando "e tu cosa ne sai?!"
"dai Pà, è il tuo lavoro, no?!"
rido (e tremo).
"Ale scusa, che lavoro fa papà?"
"Ahhh si, fai l'ufficio, ma anche questo vero?!".

Samuuuuuuuuu, mi passi la gommina per cancellareeeeeeee???

fiocco rosa

E' costituita a norma dell'art. 36 del Codice Civile, l'associazione denominata: PROFESSIONE PAPA’

Art 2- Scopi
L'Associazione è apolitica, indipendente, non ha fini di lucro e ha come scopo lo studio, la promozione e la realizzazione di ogni iniziativa formativa, organizzativa e assistenziale relativa al mondo familiare con particolare attenzione ai seguenti ambiti:
1. consulenza e formazione per futuri papà che vogliano avvicinarsi all’esperienza della nascita di un figlio acquisendo le informazioni e le capacità pratiche necessarie.
2. consulenza e formazione per papà per la soluzione di problematiche inerenti l’esperienza genitoriale o relative a problemi educativi o formativi dei figli.
3. consulenza e formazione per i papà che si trovino ad affrontare un percorso di riorganizzazione familiare a seguito di separazione dal coniuge.
4. attività di Mediazione Familiare qualora ambedue i coniugi che hanno deciso di affrontare una separazione, desiderino riorganizzare la propria famiglia seguendo un iter stragiudiziale.
(...)

sarà bellissimo

se c'è una cosa che mi sta sulle balle è il sentir dire: "ahhhhhhh come mi sarebbe piaciuto, ahhhhh è sempre stato il mio sogno".
e la cosa mi irrita ancora di più se si tratta di una cosa che la persona che parla, avrebbe potuto fare. capisco una cosa irrealizzabile, ma se la cosa è fattibile allora è chiaro che questa persona ci sta raccontando una grande balla, oppure è una di quelle che preferisce crogiolarsi nel rimpianto anzichè provare a fare.

non parliamo poi se queste parole le sento uscire dalla mia bocca. e, l'altro giorno, le ho sentite.
ero proprio io quello che ha detto testualmente, parlando di un amico, "ho incontrato quel mio amico, quello che fa il pedagogista, che è sempre stato il mio sogno".

eh no eh!!!! questo è troppo.

meno male che sono dentro me stesso così non si è visto quanti scappellotti mi sono tirato sul coppino, quanto mi sono deriso, preso per il culo, guardato con disprezzo.
forse qualche passante mi ha sentito dire a voce alta: "sfigato", ma non avrà certo capito che me lo stavo dicendo da solo.

quando un amico intimo, così intimo che è dentro te stesso, ti deride, ti insulta, ti dà delle sfigato, hai solo due chances. o incassi, abbassi le orecchie e te ne stai, oppure reagisci.

ancora col coppino arrossato dagli scappellotti ho fatto un rapido ragionamento: "hai deciso di prendere una laurea in Pedagogia a 40 anni solo per passione, hai seguito un corso di Mediazione Familiare di 2 anni solo per passione e ora che fai? lasci perdere? abbandoni il progetto? per poi, però, perdere le bave quando il tuo amico ti racconta che fa il Pedagogista e fa il _Mediatore Familiare?"

bum, giù un altro coppino.

"Fai qualcosa senno questo coppino te lo faccio diventare bordeaux."

quindi eccomi a dire che ok, ho deciso. vado avanti col mio progetto. prendo il coraggio a quattro mani e attuo il progetto che avevo in mente quando ho cominciato questa avventura parallela al mio lavoro (faccio l'assicuratore) e apro, fondo, creo un'associazione che si occuperà di Papà.
si chiamerà Professione Papà (logico no?!).

il suo scopo sarà quello di promuovere, ideare e fornire assistenza e formazione relativa a tutte le problematiche inerenti la paternità.

corsi per neo papà (tempo fa ho anche scritto qui sul blog il programma di un corso del genere)
assistenza ai papà che si separano e hanno bisogno di assistenza per riorganizzare la loro vita coi figli
mediazione familiare per i papà che, con la mamma dei loro figli dalla quale si stanno separando, vogliono riorganizzare la vita familiare in maniera meno traumatica possibile per i loro bambini.

sarà il mio hobby, la mia estensione intellettuale, il mio arricchimento personale, il mio impegno per il tempo libero.

allora dai, forza, avanti con lo statuto, l'oggetto sociale, la partita iva, l'ideazione del corso per neo papà, la sua organizzazione, la sua promozione, ma soprattutto dai, che la sera si ricomincia a studiare un po', che imparare è una delle cose per cui vale la pena vivere.


auguri a me.
sarà bellissimo poter dire: mi piaceva, era un mio sogno, ho provato a realizzarlo.





post scritto ascoltando Andrés Segovia - Le più belle interpretazioni